La decisione di Andrea Campoli di abbandonare l’esecutivo guidato da Sergio Di Raimo e di rimettere nelle mani del sindaco le importanti deleghe che lo stesso primo cittadino gli aveva assegnato solo 13 mesi fa apre diversi scenari e nuovi orizzonti per i restanti due anni di mandato di un gruppo politico che perde un altro “pezzo da 90” e che dovrà necessariamente cercare di fare quadrato intorno ad una vicenda comunque complessa. Al di là, infatti, delle motivazioni ufficiali fornite da Campoli nella nota in cui certifica le sue dimissioni, restano dubbi sul fatto che lo stesso ex sindaco di Sezze (dal 2007 al 2017) da qualche mese era in predicato di poter essere estromesso dalla giunta. Una sorta di anello debole della catena, non ce ne vorrà Campoli che comunque ha spiegato come per cause di lavoro non si sentiva di continuare questa esperienza, che già Di Raimo aveva deciso di modificare.
Quella delle dimissioni di Campoli, come già accaduto in passato, sembra infatti la punta di un iceberg di una crisi che covava sotto la cenere. La questione della statua e la clamorosa decisione di non prendere decisioni univoche, magari contrastanti ma almeno coerenti con due anni di battaglie condotte in prima persona dallo stesso sindaco, era stato il primo indicatore che qualcosa all’interno della coalizione si era rotto. La faticosa approvazione del rendiconto di Bilancio per l’esercizio 2019, con numeri raggiunti in extremis e solo in seconda convocazione, forse è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. In un periodo di stop della vita amministrativa della città e in attesa di riprendere a regime a settembre, forse i tempi sono stati maturi per affrontare di petto la questione e la scelta di Campoli probabilmente è arrivata giusto in tempo per riprendere a settembre con una nuova spinta. Ma la crisi resta aperta e non è detto che si potrà risolvere solo con le nuove linee guida che il sindaco sarà chiamato a mettere in atto e ad indicare alla sua squadra di governo e, soprattutto, al consiglio comunale.
Le indiscrezioni, sotto il profilo strettamente politico, parlano di un’operazione che potrebbe ripescare in consiglio comunale Paolo Rizzo, primo dei non eletti nella lista del Partito Democratico e autentica “ossessione” del sindaco. Lo stesso primo cittadino aveva provato a farlo rientrare dalla porta di servizio (facendo scalare ad assessore un consigliere del Pd) già nel 2017, non riuscendoci. Il secondo tentativo era arrivato nel 2019 e anche in quel caso era stato un insuccesso, che aveva “costretto” il sindaco a rivolgere le sue attenzioni altrove, chiamando in giunta gli ultimi due sindaci del centrosinistra a Sezze, Siddera e Campoli. Ora, finalmente, la strada per il ritorno di Paolo Rizzo in consiglio (lo ricordiamo, uno dei più importanti “sponsor” di Di Raimo a ridosso del voto del 2017) sembra spianata. A cedergli il posto tra i banchi, salvo clamorose smentite, sarà Armando Uscimenti, che ha mostrato una vicinanza alle idee del primo cittadino soprattutto sulla questione della statua e che vanta già esperienze come assessore nella giunta del secondo governo Siddera. Sarà sufficiente per il sindaco rafforzarsi in consiglio ed inserire in giunta una persona di fiducia? Quello lo stabiliranno i prossimi passaggi amministrativi.




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