«Peccato che il Comune di Latina abbia perso l’ennesima occasione per dimostrare di avere nel proprio DNA l’idea di città e soprattutto l’idea di città che vuole costruire un rapporto con il mare. Riqualificare e rigenerare il territorio non è certo quello che l’Amministrazione comunale di Latina farà. Molto riduttiva è difatti l’applicazione della Legge sulla Rigenerazione urbana (Legge Regionale 18 luglio 2017, n. 7) che l’Ente sta mettendo in atto con del recepimento degli articoli 3,4 e 5 della legge regionale di Rigenerazione urbana del 2017, escludendo quello più importante e strategico per una rigenerazione lungimirante, ovvero l’art.2.
Anche l’intera Marina di Latina è stata perimetrata integralmente, consentendo in tal modo un vero e proprio “massacro” della stessa, con interventi per tutti i privati che lo vorranno di demolizione e ricostruzione anche con un premio di cubatura senza un atto programmatorio generale. Un intervento a macchia di leopardo. In generale trovo un impianto debole nella relazione tra le deliberazioni del consiglio di indirizzo – l’impianto strategico generale e le delibere 27-28 e 29 che dovrebbero trasformare quell’impianto in realtà». É quanto ha sostenuto Claudio Moscardelli, Segretario Provinciale PD Latina, in merito al delicato tema della salvaguardia e della rigenerazione urbana del capoluogo pontino.
Moscardelli ha poi continuato, dichiarando: «Le leggi di rigenerazione urbana e i principi richiamati nelle deliberazioni di indirizzo fanno riferimento alle prossime sfide urbanistiche che dovremo affrontare da qui a 30 anni: la sostenibilità ambientale delle nostre città; la densificazione orientata dell’esistente e il recupero ecologico degli ecosistemi urbani e periurbani; la gestione dell’acqua, la rinaturalizzazione di aree urbane abbandonate, la trasformazione permeabile dei suoli con lotta all’asfalto (gli standard ora sono per consuetudine restituiti come parcheggi, quindi suoli inquinati), – la mobilità sostenibile intesa come rete di trasporto, non biciclettata per il tempo libero; il ciclo dei rifiuti separato tra umido solido, umido liquido, riciclabili per materie prime e non reciclabili, – la premialità per gli interventi impiantistici passivi sugli edifici etc.
Questo panorama sono le 10 sfide per il clima del protocollo di Parigi, che nelle produzioni normative europee varie stanno diventando norme, prescrizioni e incentivi, protocolli pubblico-privato tra amministrazioni cittadine e fondi (protocollo c40 – gruppo bloomberg – Milano e Roma capofila per l’Italia)».
E, infine, il segretario PD ha chiosato: «Questa visione consapevole delle sfide urbane e delle tecnicalità da applicare avrebbe potuto favorire premialità edilizie anche maggiori gettando le basi a una città migliore e in armonia col territorio. Si poteva perseguire l’idea di una città giardino per dare un senso all’intervento complessivo. Il corretto approccio alla rigenerazione urbana può consentire di affrontare i problemi creati dal cambio climatico sui microclimi locali. A Latina per esempio i problemi di allagamento, l’aumento delle siccità e delle isole di calore urbano fra suoli e pareti artificiali, la gestione dei picchi e black out energetici per il raffrescamaento etc etc.»




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