Un vero e proprio limbo amministrativo, con scelte che oggettivamente non si riescono a comprendere, quello che sta interessando diversi operatori sanitari dell’ospedale “Santa Maria Goretti” di Latina, che nei giorni scorsi sono tornati a sollecitare l’Azienda Sanitaria Locale al rispetto delle direttive contenute nella Legge Madia sulla stabilizzazione dei precari e, soprattutto, a chiedere di tenere in considerazione l’emergenza sanitaria e la necessità di avere a disposizione personale adatto ad affrontarla.
Le 5 infermiere, tutte nella stessa graduatoria dopo un avviso pubblico del 2014, si sarebbero aspettate di essere richiamate al lavoro proprio a causa della situazione generata dal Coronavirus, ma così non è stato, con la Asl che ha iniziato solo nel 2019 a ragionare nel rispetto della Legge Madia, che prevede l’assunzione a tempo indeterminato del personale che abbia un contratto a tempo determinato in possesso di alcuni requisiti, tra i quali 36 mesi di servizio anche non consecutivi negli ultimi 8 anni:
“Gran parte di noi – si legge in una lettera che tramite un avvocato è stata spedita al Ministro della Salute, all’assessore regionale alla Sanità, al presidente della commissione regionale Sanità e al direttore dell’Azienda Sanitaria Locale di Latina – non ha raggiunto 36 mesi e di conseguenza siamo state mandate via. Ora però i colleghi che si vedono impegnati in questa pandemia chiedono che gli venga riconosciuto questo sforzo e vengano richiamati. Con tutto il rispetto dei colleghi – conclude la nota – non esistono pre-Covid e post-Covid, siamo una categoria unica a rischio 365 giorni l’anno e vogliamo far valere i nostri diritti, lo stesso trattamento, considerati gli ultimi fatti avvenuti. Se la Regione adotta un criterio, deve essere lo stesso per tutti e la politica non può e non deve discriminare alcuni infermieri e avvantaggiarne altri“.




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