“Manca un piccolo sforzo, poi potrò tornare a casa”. Dal suo letto di ospedale dell’Icot di Latina, dove è tuttora ricoverato per i postumi di un brutto incidente alla schiena patito ad inizio gennaio, Erasmo Corsi rassicura sulle sue condizioni di salute, spiegando come questa esperienza lo abbia paradossalmente reso più forte e tenace: “Oggi come oggi posso dire di avercela quasi fatta. Manca ancora un piccolo sforzo – ha spiegato il numero uno del gruppo comunale della Protezione Civile di Roccagorga – e posso affermare che si è trattato davvero di un’esperienza che mi ha segnato la vita. Posso ritenermi fortunato e affermare che la vita mi ha messo ancora una volta davanti a degli ostacoli, ma che insieme alle tante persone che mi sono state vicine in questo periodo buio ce la sto facendo”. Un periodo complesso, amplificato dall’impossibilità di essere sul campo, insieme ai tanti colleghi che in queste settimane si stanno spendendo anima e corpo per sostenere i disagi provocati dall’emergenza coronavirus. Un processo che si avvia alla conclusione quello dello stop forzato in ospedale, ma per il quale lo stesso Erasmo ha voluto pubblicamente fare dei ringraziamenti: “Ci tengo a menzionare tutto il reparto neurologico dell’Icot di Latina, persone meravigliose, professionali, scrupolose e all’altezza del proprio lavoro, così come i ragazzi della riabilitazione, persone straordinarie e sempre a disposizione dei loro pazienti. In modo particolare voglio menzionare il mio fisioterapista Alberto Artuso, che con enorme pazienza ed esperienza mi hai rimesso in piedi”. Sul futuro prossimo, in attesa di tornare a casa, un pensiero va anche ai suoi amici della Protezione Civile: “Spero di tornare un giorno a riprendere insieme con i miei ragazzi quel percorso che dal 12 gennaio ho lasciato in sospeso. Spero di indossare di nuovo quella tuta che ho stampata nel cuore e che per anni mi ha fatto raggiungere grandi traguardi e dato enormi soddisfazioni. Questa mia esperienza – ha concluso Erasmo Corsi – mi ha fatto capire che anche le cose più complicate si posso risolvere. Basta volerlo e spero che le tante altre persone che si trovano nella mia situazione possano un giorno riacquistare il sorriso come lo sto facendo io. Un ultimo ringraziamento lo voglio fare ad una persona che non c è più, un amico che porterò sempre nel mio cuore, che mi ha dato tanto già 15 anni fa, il dottor Michele De Meis”.




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