Si chiama Tocilizumab, un nome complicato che però potrebbe diventare fondamentale nella lotta che da diverse settimane sta interessando un pianeta intero, quella contro il Covid-19, il virus che ha già contagiato circa 180mila persone e provocato la morte di oltre 6.700. Tecnicamente il Tocilizumab, o Atlizumab, è un anticorpo monoclonale umanizzato sviluppato dalle case farmaceutiche Hoffmann-La Roche e Chugai e posto in vendita con i nomi commerciali di Tocilizumab, Actemra e RoActemra. Si tratta di un farmaco immunosoppressore, studiato soprattutto per il trattamento dell’artrite reumatoide e dell’artrite idiopatica giovanile sistemica, una grave forma di artrite reumatoide dei bambini. Quando il virus ha iniziato a diffondersi in maniera esponenziale in Cina, gli scienziati del posto hanno deciso di sperimentare il farmaco su alcuni pazienti, notando come a distanza di 24-48 ore dall’infusione si evidenziassero miglioramenti sotto il profilo della risposta immunitaria. Grazie ad una proficua collaborazione tra il direttore dell’Unità operativa complessa di Oncologia dell’Azienda Ospedaliera dei Colli, il dott. Paolo Ascierto (direttore dell’Unità Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto “Pascale” di Napoli), e ricercatori cinesi della Università di scienze e tecnologia della Cina, la terapia si è potuta estendere anche nel resto d’Italia ed è di oggi la notizia incoraggiante che anche a Latina alcuni pazienti risultati positivi al Covid-19 sarebbero stati sottoposti al trattamento con il farmaco ottenendo nel 70% dei casi importanti miglioramenti delle proprie condizioni di salute, come confermato dalla stessa Azienda Sanitaria Locale. Una speranza ancora da considerare tale, ma un barlume rispetto a quanto accaduto finora.
COVID-19, ecco il Tocilizumab: il farmaco che può combattere il virus




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