Risolta la crisi con il rimpasto di 3/5 della giunta comunale, l’amministrazione della città è pronta a riprendere la marcia, ad iniziare dal consiglio comunale che si svolgerà domani in tardo pomeriggio. Ma i 40 giorni nei quali si è addirittura temuto che la città sarebbe stata affidata alla gestione ordinaria di un commissario nominato dal Prefetto hanno lasciato inevitabili strascichi, quelli visibili che hanno interessato Giovanni Bernasconi e Armando Uscimenti del Partito Democratico, con il primo pronto a dichiararsi indipendente e il secondo che ha ceduto l’incarico di capogruppo in consiglio, ma anche quelli meno evidenti, con una sorta di mal di pancia iniziato oltre due mesi fa e conclusosi con una serie di scelte del sindaco che non hanno convinto proprio tutti. Tra gli scontenti e, soprattutto, tra quelli che nel corso della crisi sono stati un po’ messi ai margini del confronto politico ne spiccano diversi. Marzia Di Pastina e Federica Fiorini del Partito Democratico, nonostante la seconda fosse tra i papabili ad ottenere un posto in giunta, non sembrano essere state coinvolte nelle dinamiche del confronto utile a superare la crisi. E, come se non bastasse, una delle due diventerà capogruppo in consiglio del partito, salvo un clamoroso ripensamento dello stesso Uscimenti. Altrettanto tenuto ai margini della crisi, anche se in questo caso potrebbe trattarsi di una scelta voluta dallo stesso, Senibaldo Roscioli, che ha dispensato consigli ma ha pagato il “peso” all’interno della sua lista di Enzo Polidoro, che ha gestito in prima persona il momento di impasse ed ha ottenuto quello che aveva chiesto senza troppi fronzoli. Chi invece esce davvero con le ossa rotte dalla crisi è Ernesto Carlo Di Pastina, che come esponente in consiglio della lista Di Raimo Sindaco non è riuscito a conservare la rappresentatività in giunta. L’esponente della maggioranza si è detto, informalmente e non, particolarmente deluso dalle scelte del sindaco, che come exit strategy avrebbe proposto una delega speciale alla Cultura da affidargli, trovando il secco no del suo consigliere. Questa situazione potrebbe mettere ulteriore pepe sulla vicenda che il sindaco pensa di aver risolto.




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