A volte basta veramente poco per dimostrarsi grandi. Ciò che Priverno é riuscito a organizzare nelle serate del 3, 4 e 5 luglio é la testimonianza che non occorre ricorrere a estremi voli immaginifici per poter realizzare eventi di alta qualità, quando basta un minimo di consapevolezza e voglia di mettersi in gioco. Perché, si, il Priverno Rock 2019 é stato un successo. Com’era prevedibile, nella cornice dell’accogliente piazza del comune, considerati gli ospiti in gioco: apertura mercoledì 3 con la Rino Gerald Band – cover-band del grande e compianto cantautore italiano Rino Gaetano; intermezzo graffiante e pirotecnico per giovedì 4, con i Nirvanna – acclamata cover-band dei Nirvana, impreziosita dalla presenza di Will Hunt, famoso batterista già alla corte di Vasco Rossi; chiusura affidata alla maestria dei The dark zone – altra cover-band, stavolta dei leggendari Pink Floyd -, per un arrivederci messo in scena con avvolgenti effetti luminosi e un’atmosfera da revival lisergico. Tre band per tre giorni e un fiume di spettatori in delirio, tutti ipnotizzati e totalmente immersi in un piccolo festival che ha messo in luce, ancora una volta, quanto il comune di Priverno abbia raggiunto quella maturità gestionale – almeno per quanto riguarda la programmazione di eventi di tale stampo – da fare invidia a qualsiasi altro comune di Monti Lepini. Ma non di sola musica si é adornato Priverno. Tra mercatini e street food, ogni tassello per vivere e assaporare questo trittico di gala di mezza estate era al posto giusto; compreso l’utile servizio navetta, adibita al trasporto dei molti visitatori, vitale per evitare ingorghi madornali, lì dove spazio non ce n’é e dove si sarebbe messo a repentaglio un evento ideato principalmente nel rispetto delle esigenze della comunità. Magari tale modello adottato da anni dal comune di Priverno, eccezionale per efficenza e ridar lustro soprattutto d’estate a un frammento di territorio che non s’é mai crogiolato sulle sole intenzioni, potrebbe essere adottato da chi vuol mostrare orecchie per sentire e occhi per imparare. In fondo, copiare é un’arte e saper copiare ciò che c’é di bello é un merito, non opportunismo.
Stefano Colagiovanni






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