Sabato 17 febbraio 2018 alle ore 21 e domenica 18 febbraio alle ore 18, presso il Teatro “Mario Costa” di Sezze, andrà in scena “La Tempesta di Prospero”, da William Shakespeare, una fedele e, al tempo stesso, originale messinscena di uno dei capolavori del Bardo, da parte della Compagnia teatrale Le colonne, per la regia di Giancarlo Loffarelli, con Emiliano Campoli, Marina Eianti, Giancarlo Loffarelli, Isabella Federico, Simone De Angelis, Marco Zaccarelli e Marco Di Prospero; tecnico audio: Armando Di Lenola; tecnico luci: Fabio Di Lenola; sartoria Maria Teresa Rieti; oggetti di scena: Laura Giusti; musiche originali di Paolo Giusti. Unanimemente riconosciuto come uno dei massimi capolavori di William Shakespeare, La tempesta racchiude tanti aspetti della sua poesia. Scritto qualche anno prima della sua morte, secondo diversi studiosi è anche il testo con cui Shakespeare si congeda dal teatro, se così si può intendere il monologo finale di un Prospero-Shakespeare che rinuncia alle sue arti magiche, abbandona l’isola che vi ha fatto da sfondo e torna nel mondo, nella sua Milano da cui era stato cacciato. Come evidente e come questa messinscena sottolinea puntualmente, il meccanismo metateatrale, così presente in tutta l’opera di Shakespeare, ne La tempesta raggiunge i suoi massimi livelli. I libri, così cari a Prospero, costituiscono un riferimento alla cultura, all’arte e alla poesia che, nella lettura offerta dalla Compagnia teatrale Le colonne, sostituiscono la magia e diventano il vero motore della storia. In questo contesto, inevitabilmente, emerge una delle tematiche più potenti della produzione shakespeariana: il rapporto fra l’azione e la contemplazione, fra il potere e la cultura, fra la prassi e la teoria. Rapporto all’interno del quale si colloca la stessa scelta dell’Autore di allontanarsi dal teatro. Al di là delle scelte storicamente operate da Shakespeare, restano, estremamente stimolanti le grandi domande che l’uomo in ogni epoca si è posto: è possibile conciliare conoscenza e azione? Che tipo di potere è un potere svincolato dalla contemplazione del mondo? Il mondo va contemplato o agito?. La profondità filosofica di queste domande, nel testo e nello spettacolo, non assume mai la forma della pesantezza, al contrario quella della leggerezza che soltanto l’atmosfera incantata della poesia di Shakespeare riesce a rendere. Prospero, Ariel, Caliban, Ferdinand, Miranda e tutti gli altri personaggi della vicenda emergono dallo sfondo di questa isola fatata che altro non è che la macchina teatrale, nella lettura della Compagnia Le colonne continuamente evocata e mostrata.
Sezze, la compagnia teatrale Le colonne porta in scena al Mario Costa “La Tempesta di Prospero”








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