“Il consigliere Scarsella vuole un’amministrazione forte e stabile? Gli consigliamo di ripassare la matematica, considerato che i numeri raramente mentono e che quelli del consiglio comunale di Sermoneta recitano 7 in opposizione e 6 in maggioranza. Questo sembra evidente, a meno che non si disegni uno scenario nel quale qualcuno intenda sostenere quello che resta della coalizione che ha fatto diventare sindaco Claudio Damiano nel 2014 e che adesso non c’è più”. Attaccano frontalmente uno dei più accaniti esponenti delle opposizioni, almeno negli ultimi 4 anni, i consiglieri Giovannoli, Marcelli e Montechiarello, che in una nota esprimono la propria posizione sulla situazione politica in città, culminata con il consiglio dello scorso 8 febbraio nel quale hanno deciso di far allegare un documento politico e poi, in aperta polemica con la decisione del presidente del consiglio di non inserire la mozione di sfiducia all’ordine del giorno, hanno abbandonato l’aula: “Quanto Scarsella – prosegue la nota – anche noi, forse anche più di lui, che negli ultimi 4 anni non ha fatto altro che gettare fango sull’operato della maggioranza, vogliamo che per la città ci sia un’amministrazione forte e stabile. Dove è finita quella opposizione che negli ultimi 4 anni ha considerato fallimentare l’amministrazione Damiano minacciando spesso di portare importanti atti in Procura o alla Corte dei Conti? Dove sono finiti gli attacchi rabbiosi che hanno caratterizzato l’operato delle opposizioni? Sono finite nel dimenticatoio. In questo modo – concludono i tre consiglieri – Scarsella ha fornito un fantastico assist ad Antonio Aprile, che nel suo intervento ha già scongiurato l’eventualità di un lungo commissariamento, tutelando, di fatto, la scelta di diventare organico a quello che resta della maggioranza, di diventarne stampella, come noi avevamo previsto nei mesi scorsi. Sappiamo come è andata, con un colpo di mano del presidente, lui evidentemente più esperto in matematica, che si è appellato alle normative ed ha deciso che questa esperienza non doveva concludersi adesso e che, soprattutto, non si doveva votare a maggio 2018. Proprio per questi motivi, una volta assodato che non c’erano più margini per confrontarsi all’interno della maggioranza, abbiamo deciso di uscirne e abbiamo espressamente chiesto, tramite le nostre firme sulla mozione di sfiducia, che si tornasse subito al voto. Ma non solo. Abbiamo anche firmato per dare un segnale alle minoranze, dimostrando di essere pronti a chiudere questa esperienza amministrativa. Noi siamo stati chiari, mentre gli esponenti delle opposizioni si trovano in una posizione ambigua non rispettando il volere dei loro elettori e continuando a tenere immobilizzata la città, per interessi che a noi non sono chiari.
Sermoneta, situazione politica in città: la posizione dei tre consiglieri usciti dalla maggioranza









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