La decisione del TAR di trattare contemporaneamente l’istanza di sospensiva e il merito della causa relativa alla collocazione dell’antenna a Bassiano ha spostato in avanti nel tempo la risposta sul piano giudiziario-amministrativo alle perplessità che, tra gli altri, erano state espresse da Grande Bassiano. Sull’argomento ora torna l’avvocato Giuseppe Fonisto che del movimento è portavoce: “La scelta operata per rispondere a un’esigenza da noi da anni denunciata, una completa copertura del territorio con il segnale telefonico mobile, è sbagliata. Il palo metallico alto 25 metri non è assolutamente necessario e la copertura si poteva completare collocando in alcuni siti le più moderne microcelle di dimensioni ridotte che non hanno nessun impatto sul territorio e il paesaggio. Bisogna poi anche chiarire le ragioni per le quali la cessione del terreno dove è stato collocato il palo sia avvenuta per la somma oggettivamente irrisoria di 500 euro l’anno, quando a tutti è noto che sono ben altre le cifre che vengono pagate per impianti simili. Nel caso di Bassiano la società che ha ottenuto la locazione del sito lo ha immediatamente subaffittato per 8.000, con addirittura la possibilità di ottenere una somma maggiore, 2.000 l’anno per ogni altro ulteriore gestore che dovesse essere ospitato sullo stesso palo. Con un piccolo calcolo – continua Fonisto – si arriva ad una cifra considerevole che non entrerà nelle casse del Comune per i 12 anni di durata del contratto e che si aggira tra i 100.000 e i 150.000 euro. Il palo metallico è infatti un impianto cosiddetto multigestore che consente di collocare le antenne di più operatori telefonici e non solo, potendo essere utilizzato anche per altri tipi di trasmissioni elettromagnetiche. Non è nostro compito puntare l’indice accusatore, ma non sfugge a nessuno che di fronte a simili vicende gli organi competenti abbiano l’obbligo di compiere gli approfondimenti opportuni e necessari per sgombrare il campo da dubbi e sospetti e per garantire che l’azione amministrativa appaia la più trasparente”.
Francesca Leonoro




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