“E’ a tutti noto che percorrendo la Strada Regionale 213 “Flacca” in direzione Gaeta-Sperlonga, in località Bazzano, poco prima dell’imbocco della galleria nei pressi del Museo Archeologico Nazionale di Sperlonga, sul lato destro, subito a ridosso del manto stradale, sono visibili tre dolium in terracotta, collocati l’uno in immediata prossimità dell’altro e avvolti da erbacce e sterpaglia, così come documentato dalle fotografie qui allegate.” Lo scrive il portavoce del Movimento Civico “Partecipazione Attiva”, Nicola Reale, in una lettera indirizzata Direttrice del Polo Museale del Lazio, Dott.ssa Edith Gabrielli e al Delegato ai Beni culturali e paesaggistici del Comune di Sperlonga, Stefano D’Arcangelo. “Evidentemente tali dolium vennero alla luce, assolutamente integri, nel corso dei lavori di costruzione della suddetta strada regionale “Flacca” (a metà degli anni Cinquanta) e furono lasciati in loco in attesa che successivamente “qualcuno” provvedesse a recuperarli utilizzando la metodologia più corretta e sicura, per poi esporli in luogo adatto alla loro conservazione e valorizzazione. Questa, almeno, è l’ipotesi che può avanzare chi, come noi, non sia profondo conoscitore della materia archeologica. Non è necessaria, però, una specifica competenza scientifica per stupirsi del fatto che da oltre 60 anni tali reperti siano stati lasciati in balìa di ogni intemperie e al rischio di essere distrutti o da deprecabili atti vandalici o da qualche malaugurato incidente automobilistico. Probabilmente, in altri Paesi che non hanno la fortuna di possedere lo straordinario patrimonio artistico e archeologico dell’Italia, i tre dolium sarebbero stati immediatamente posti in sicurezza, opportunamente restaurati e orgogliosamente esposti in un museo, quali preziosi reperti romani risalenti al I-II secolo d.C.- Se Sperlonga ha avuto il privilegio di aver dato alla luce reperti archeologici di straordinaria importanza e tra i più famosi al mondo, non per questo si debbono considerare i suddetti dolium rinvenimenti di scarso pregio o di secondario interesse fino al punto da destinarli all’abbandono e al rischio concreto e continuativo di gravi danneggiamenti, se non di distruzione. Ci permettiamo, dunque, di chiederLe se Ella non ritenga di intervenire, secondo le Sue competenze e possibilità, affinché i tre dolium trovino finalmente un’adeguata e dignitosa sistemazione, magari andando ad arricchire la già eccezionale e pregevole raccolta conservata nel Museo Archeologico Nazionale di Sperlonga”.
Sperlonga, reperti archeologici abbandonati sul ciglio della strada dagli anni ’50




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