Una crisi lunga 18 mesi, durante i quali i cittadini di Gaeta, ma in generale quelli del basso Lazio, hanno dovuto pregare, ogni mattina, perché i rubinetti non restassero a secco. Non stupisce, quindi, che venerdì mattina il consiglio comunale di Gaeta abbia approvato all’unanimità la mozione proposta dal consigliere comunale Emiliano Scinicariello che ha per oggetto la ri-pubblicizzazione dell’acqua.
“Non basta più definirsi, semplicemente, a favore dell’acqua pubblica”, scrive lo stesso Scinicariello, del gruppo consiliare “Una Nuova Stagione per Gaeta”. “Anni di lavorio normativo – dal referendum del 2011 alla Legge Regionale n.5 del 2014, per citare i riferimenti più recenti – dovevano trovare sostegno in atti amministrativi concreti che conducessero al risultato della ri-pubblicizzazione del servizio idrico, anche se attraverso più passaggi successivi. La delibera consiliare in questione impegna il sindaco di Gaeta e la sua Giunta a sollecitare il presidente della Regione e la Giunta regionale del Lazio a porre in essere tutti quei provvedimenti amministrativi utili a tal fine.
Imprescindibile, tra questi, l’identificazione di una serie di sub-ATO, ambiti territoriali più piccoli di quelli attuali, su base idrografica, costituiti da comuni con omogeneità geomorfologica e continuità territoriale, ad esempio. Un primo passo è stato compiuto in tal senso proprio dalla Regione Lazio con la DGR del 21/12/2017, ma altri ne occorreranno.
La crisi idrica non è solo frutto della carenza di acqua, che pure è un dato reale, ma è soprattutto spreco della risorsa idrica esistente in una rete ‘colabrodo’. Diventa inutile, anzi terribilmente dannoso, continuare a ‘produrre acqua’, ad individuare ‘fonti’ a costi allucinanti, per poi dimenticarsi di riparare la rete fisica, che in fondo è il compito prioritario cui è chiamato il gestore privato. La approvata venerdì all’unanimità, è un passaggio importante che impegna politicamente l’amministrazione comunale di Gaeta verso questo percorso, si spera irreversibile, verso l’acqua pubblica”.




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