Tutti conoscono la Sermoneta medievale, ma in pochi sanno che la città ha in realtà origini molto più antiche. Grazie alla collaborazione tra amministrazione e Soprintendenza, dal mese di novembre il Museo di Palazzo Caetani ospiterà la mostra permanente dei reperti archeologici rinvenuti durante la campagna di scavo del 1992 alla necropoli di Caracupa, a Sermoneta Scalo. In quell’anno, un’alluvione riportò alla luce 15 tombe dell’età del ferro. La campagna di scavi fu condotta in collaborazione con la sezione locale dell’Archeoclub. I reperti sono stati finora conservati nei depositi della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio che ora, attraverso il lavoro di Saverio Urciuoli e il funzionario archeologo Francesco Di Mario, sono stati trasferiti a Sermoneta per essere “restituiti” al pubblico. L’allestimento è curato dalla Soprintendenza in collaborazione con l’associazione For Heritage e cofinanziato dal Comune di Sermoneta nell’ambito del progetto “Sermoneta World”. A Palazzo Caetani saranno esposti i corredi di sette tombe databili tra il IX e il VI secolo avanti Cristo: materiali inediti, mai mostrati finora, che raccontano uno spaccato di quella che era la civiltà dell’antica Sulmo. Il corredo funerario che in alcune tombe era particolarmente ricco era costituito da vasi di ceramica d’impasto bruno eseguiti con la tecnica cosiddetta a colombina, materiale di bronzo, di ferro, ceramico, d’argento ed elementi d’importazione specie nelle sepolture più recenti. Molto particolare è la presenza di uno scarabeo, rinvenuto in una tomba e che farà parte dell’esposizione di Palazzo Caetani: si tratta di un elemento tipico della cultura egizia-fenicia. Questo dimostra che la città di Sulmo intratteneva scambi commerciali di ampio respiro. La prima campagna di scavi condotta nel 1901-1903 dagli archeologi Savignoni e Mengarelli, per conto di Luigi Pigorini, portò alla luce un centinaio di tombe, mentre altre 15 sono state scavate nel 1992.










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