Non si è fatta attendere la replica del sindaco di Sermone, Claudio Damiano, dopo l’attacco ricevuto nei giorni scorsi dall’opposizione in merito alle spese sostenute dal comune per organizzare il tradizionale appuntamento con la Fiera. Ecco le parole di Damiano: “Leggo l’articolo di Scarsella sulla Fiera di San Michele e non riesco a comprendere come si possano raccontare bugie senza neanche arrossire.
Scarsella fa trapelare che la Fiera di San Michele costa al Comune centomila euro per il noleggio delle attrezzature (ovvero tensostruttura, pagode, impianti ecc) necessari allo svolgimento della fiera.
Nella realtà i centomila euro a cui fa riferimento il consigliere non sono sostenuti dal Comune, ma pagati direttamente dagli espositori che noleggiano spazi all’interno della Fiera. E quindi queste risorse non appartengono a disponibilità economiche che il Comune potrebbe impegnare diversamente.
Per Scarsella in sostanza la fiera è “inutile”. Sembra tuttavia paradossale che se un numero rilevante di espositori che rappresentano il mondo delle attività produttive, del commercio, dei servizi, di attività correlate al turismo ed anche di start up innovative decidono di investire le proprie risorse economiche per partecipare anno dopo anno alla Fiera di San Michele, come questo possa essere definita una manifestazione inutile. Al contrario, la Fiera rappresenta per loro uno strumento importante di promozione efficace del proprio prodotto, e che pertanto gli permette di poter garantire visibilità e ritorno in termini economici, elemento di base per poter continuare ad esercitare la propria attività.
Di questi operatori è bene segnalare che è vero che molti provengono da territori anche lontani, ma una parte significativa è rappresentata da realtà locali, che pagano il 50% della quota. La Fiera crea indotto e soprattutto permette a tante persone, specie giovani, di lavorare anche se per il solo periodo fieristico.
È curioso che proprio Scarsella faccia un attacco sulla fiera quando, al contrario, ci si aspetterebbe che dovrebbe essere lui stesso ad arrogarsene il merito in quanto la Fiera attuale è la continuazione di quello stesso progetto che lui aveva avviato, trasformandola da una festa rurale a Fiera campionaria.
Ai suoi tempi, ed è vero che i Comuni allora avevano più soldi, questa non solo era più onerosa per lo stesso Comune, con creditori che aspettavano anche anni per essere pagati e con debiti fuori bilancio per l’Amministrazione.
Qualcuno aveva ipotizzato sul perché il Comune non acquisti direttamente le strutture necessarie per la Fiera. Cosa che in effetti abbiamo anche valutato, ma che si è ritenuto non opportuna perché i costi non sono tanto nel loro acquisto ma nel montaggio e smontaggio dello stesso e nelle spese di mantenimento.
La Fiera rappresenta la continuazione di una tradizione secolare in cui l’intero territorio dei Monti Lepini si riconosce.




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