Venerdì 15 settembre, a Latina, presso la sala conferenze del Circolo Cittadino, in piazza del Popolo, alle 18, verrà presentato il libro di Paolo Iannuccelli “Il Mistero di Ponza”. Le vie della truffa sono infinite. E anche un caso di omonimia può diventare uno strumento utile per tentare di imbrogliare il prossimo. Lo sa bene la famiglia di Luigi Feola, minatore ponzese morto in West Virginia nel 1907, nel disastro minerario di Monongah. La vedova Maria di Meglio, nel 1908, è stata risarcita – come mostrano i documenti pervenuti dagli Usa – con 1220 dollari che non ha mai ricevuto. Sono stati riscossi da una sua omonima, con tanto di firma apposta regolarmente, visto che a Ponza esistevano altre donne con quel nome e cognome. Sarebbe cambiata completamente la vita dei sei figli del minatore deceduto in seguito alle scoppio in miniera, non avrebbero vissuto tra difficoltà e stenti di ogni genere. Un potente ha cercato ed è riuscito a ingannare una famiglia laboriosa di Cala Feola, l’imbroglio è stato scoperto dopo quasi cento anni: un affare colossale per quei tempi. A Ponza vivono alcuni lontani parenti di Luigi Feola che hanno confermato la storia del povero operaio. I truffatori hanno sfruttato una bella occasione in un periodo in cui la crisi mordeva in tutti i settori, il tenore di vita era molto basso, tale da costringere molti ponzesi a emigrare. Non fu chiesto il documento di identità, sfruttando l’omonimia con una signora con cui le differenze anagrafiche e di residenza apparivano impercettibili a un primo sguardo. In pratica, con chissà quale escamotage, un potente funzionario statale era riuscito a impadronirsi dei dati di una donna con lo stesso nome e cognome.
Latina, “Il mistero di Ponza”: le vie della truffa sono infinite, il libro di Paolo Iannuccelli




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