Continua in modo impressionante l’aggressione al nostro territorio che arriva dai veleni del mare, dei canali, dei fiumi, del sottosuolo e anche dall’aria. Il delicato ecosistema del parco nazionale del Circeo anzichè essere opportunità professionali, economico, sociali attraverso un’armonica gestione con capacità di attrazione turistica di quelità e virtuosa con approfondimenti scientifici viene vista da poche persone senza scrupoli un ostacolo alla cementificazione o comunque preda di speculazioni antistoriche. Domenica mattina a Torre Paola, sono stati ritrovati numerosi esemplari di pesci senza vita. L’avvenuto è stato segnalato da alcuni cittadini presenti sul posto ed è stato richiesto l’intervento dell’Arpa Lazio che procederanno con le indagini per comprendere di cosa si è trattato. Sono circa 6 i quintali di pesce morto. “Ancora una volta siamo arrivati tardi per evitare questa tragedia – dichiara Giorgio Libralato, membro di Pontinia ecologia e territorio. L’estate è prossima e con essa aumenteranno la pressione antropica ed è urgente fare quello che chiedevamo 3 mesi e che non è stato fatto oppure è da attuare in pratica oltre che sulla carta con il coordinamento attivo dei vari soggetti e sopratutto l’intervento di prevenzione. Un lago (di Paola ) di guai nel parco nazionale del Circeo. E’ sicuramente il lago più grande che risulta ancora essere privato dopo alcune sentenze (probabilmente superate) che hanno fatto giurisprudenza in Italia. E’ il simbolo, insieme al promontorio del Circeo, al picco di Circe, alle grotte del Guattari del Parco nazionale del Circeo. Storia, miti e leggende in uno scenario naturale incantevole dal destino ancora incerto per la solita pluri competenza di Enti che spesso significa non decidere nulla. Qualche genio ci voleva fare un ha di pannelli fotovoltaici galleggianti posati sull’acqua, un altro, un certo Raffaele Marra, privatizzare una parte di area protetta vicina al lago, per decine di ha, con forse l’unico poligono di tiro in area protetta, certamente da delocalizzare. Tra tante incertezze rimane un periodico inquinamento e la manifestazione di questo, a seconda dei periodi dell’anno, che vanno dalla schiuma bianca, alla moria dei pesci sia nel canale Romano (che collega il lago al mare tirreno), sia nel lago anche con presenza di rifiuti nel mare. Dalle cronache pare che l’altra certezza siano, tra le cause dell’inquinamento nel lago di Paola (nel centro di Sabaudia) lo scarico abusivo o irregolare di case e fabbricati, il conferimento di fitofarmaci, la presenza di tensioattivi, alghe, nitrati provenienti dalle coltivazioni agricole. Di fronte al lago un pessimo caso di privatizzazione della duna mediterranea che impedisce oltre all’accesso, anche la vista e la fruizione della spiaggia.”






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