Nell’ambito del festival Lievito, l’occupazione creativa dello spazio pubblico in un ambiente auto-costruito – con la storia di Latina città del novecento a fare da sfondo – è l’occasione per avviare una riflessione aperta e circolare sul rapporto tra arte e architettura e su funzioni e processi delle pratiche artistiche nello spazio pubblico. Nella relazione con le architetture e il territorio circostante, l’arte agisce come potenziale dispositivo per una creazione, riappropriazione e risemantizzazione dello spazio pubblico innescando nuove forme di comprensione dell’urbano. Come pratica, processo ed esperienza l’arte, attraverso cortocircuiti e incursioni spaziali, sposta il punto di vista e ne svela nuovi usi e possibilità. In una conversazione informale e attraverso la narrazione di alcune esperienze – tra teoria e pratica – si argomenteranno le seguenti questioni: qual è il ruolo dell’arte e delle pratiche artistiche nello spazio pubblico? come l’arte – oltre la retorica decorativa così come del «beneficio» sociale – può essere agente generativo per la creazione e trasformazione dello spazio? qual è il rapporto tra dimensione educativa, arte e territorio? Quale il rapporto tra arte e architettura? in che modo i saperi e i linguaggi disciplinari possono innestarsi per restituire la pluralità del territorio, nella sua dimensione fisica e sociale, e dare vita a nuovi paesaggi culturali?. Introducono la riflessione Massimo Palumbo, architetto e Direttore del Maack Museo all’Aperto Arte Contemporanea Kalenarte; Stefania Crobe, ideatrice e curatrice di SITI e dottoranda presso l’Università La Sapienza di Roma; Marianna Fazzi, curatrice Seminariasogninterra Maranola, Formia; Renato Chiocca, direttore artistico Lievito. Seguono i contributi di Luciano De Bonis, Università degli Studi del Molise e La Sapienza Roma; Paolo Costanzo, Architetto; Fabio D’Achille, MAD di Latina; Michele Porsia, Maack Museo all’Aperto Arte Contemporanea Kalenarte; Lorenzo Romito e Giulia Fiocca, Stalker Osservatorio Nomade. Una riflessione che si sviluppa tra confini territoriali e disciplinari e che, proprio in questi margini trova il terreno fertile per far fermentare e crescere – come il LIEVITO – nuove progettualità. Dopo un piccolo intermezzo gastronomico durante il quale ognuno è invitato a portare e condividere del cibo, occasione di scambio e relazione per “FARE SPAZIO” attraverso l’incontro di sapori, conclude la giornata “DE-RAZIONALIZZARE LO SGUARDO”. Una passeggiata urbana attraverso i luoghi attuali con Stalker Osservatorio Nomade, collettivo di artisti che da più di dieci anni compie ricerche e azioni con particolare attenzione ai “territori attuali”, aree interstiziali e di margine, spazi abbandonati o in via di trasformazione. Un esercizio esplorativo e un’incursione spaziale per de-colonizzare e de-razionalizzare lo sguardo, partendo dall’esperienza sensibile e dall’osservazione “con nuovi occhi” della città. Appuntamento il prossimo 29 aprile con i due incontri sul tema: alle ore 10:30 presso il giardino di Palazzo Emme con “FARE SPAZIO”, sussegue alle ore 14:30 “DE-RAZIONALIZZARE LO SGUARDO”, con intermezzo gastronomico alle ore 13:00.
Latina, “De-razionalizzare lo sguardo”: arte e architettura, pratiche estetiche nello spazio pubblico




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