La ricomparsa, per mezzo del periodico “Priverno3.Zero”, di brutte esperienze (come quella dell’amministrazione Macci) ormai superate, deve suonare per chi ama questa città come un campanello di allarme.
Non solo e non tanto per il fatto che quel giornale è pieno di insulti e provocazioni, in pieno stile “macchina del fango” e punta, evidentemente, ad inquinare il dibattito politico e la futura campagna elettorale. Evidentemente sperano di trovare, nella confusione creata ad arte, nell’eterno gioco a stravolgere la realtà, quello spazio che è ormai è sempre più stretto, se non inesistente.
Del resto il giudizio su quella esperienza politica, sui dieci anni di malgoverno dell’amministrazione Macci, è stato dato dagli elettori appena due anni e mezzo con la vittoria travolgente della coalizione Priverno Bene Comune. E si tratta di una bocciatura inappellabile.
Inutile ribadire, dunque, che paese disastrato ci hanno consegnato quei dieci anni infausti. Un paese sull’orlo del baratro, senza risorse, senza organizzazione, senza prospettive (affogato nei debiti, nei contenziosi, nelle opere incompiute, etc.).
Così come non è il caso di fare l’elenco delle cose che ha realizzato la nostra amministrazione in appena un anno e mezzo. Basti dire che se il paese non è caduto in dissesto lo deve alla nostra opera responsabile di risanamento. Un’assunzione di responsabilità che ha puntato a salvare non certo gli ex amministratori, quanto i cittadini di Priverno.
Va detto, invece, che la nostra città, oggi come ieri, ha bisogno estremo di andare avanti e non di improponibili ritorni al passato. Perché occorre, oggi più che mai, che le sue potenzialità siano sviluppate sino in fondo e non mortificate come è accaduto per troppo tempo.
Allora le tante forze sane della città, civiche e politiche, devono unirsi, lasciare da parte le sterili velleità personali, le vecchie appartenenze e mettersi insieme dentro un progetto collettivo, innovativo e ambizioso, che guardi al futuro e abbia come primo obbiettivo il bene della città. Un progetto che abbia al centro le cose da fare e non le persone da candidare. Che abbia come stella cometa le soluzioni e le idee, non le denigrazioni che nascondono una preoccupante assenza di idee.
Un progetto che segni una reale discontinuità rispetto al passato. Che porti finalmente questa città nel nuovo millennio. Un progetto, insomma, che metta da parte la vecchia e cattiva politica e apra un laboratorio permanente di buona politica. Perché di tutto abbiamo bisogno fuorché di ritornare indietro come in un eterno gioco dell’oca.


