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Lettura: Pontinia, Elezioni 2016: intervista a Paolo Cima
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Mondoreale > Blog > Politica > Pontinia, Elezioni 2016: intervista a Paolo Cima
Politica

Pontinia, Elezioni 2016: intervista a Paolo Cima

Ultimo aggiornamento: 4 Marzo 2024 12:50
Simone Di Giulio Pubblicato 14 Gennaio 2016
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In vista della tornata elettorale che si terrà a Pontinia la prossima primavera abbiamo ascoltato Paolo Cima, esponente locale del Partito Democratico.

Il mandato di Tombolillo sta giungendo al termine, come lo giudica?
Diciamo che grossi disastri non ne ha combinati. L’Imu e la Tasi sono rimaste basse. In tutta sincerità ci sono cose che condivido e altre che non condivido. Rivendico con orgoglio un ruolo critico. Su molte cose la penso diversamente da Tombolillo sia dal punto di vista politico sia dal punto di vista amministrativo anche se facciamo parte dello stesso partito. Ma questo è il bello della Politica.

Lei più volte si è detto favorevole alle primarie, perché c’è tanta renitenza a farle?
Mancanza di coraggio. C’è voglia di pianificare tutto senza correre rischi. Ma questo non sempre è possibile e quasi mai è la scelta giusta.

Se fosse sindaco cosa farebbe nei primi cento giorni di governo?
Darei dei segnali di cambiamento. Bisogna iniziare dalle cose semplici come togliere i parcheggi intorno alla piazza del Comune e magari fare diventare la Piazza isola pedonale la domenica con delle iniziative per i bambini. Il Teatro Fellini lo farei diventare un Cinema (come era ai tempi in cui ero ragazzino io) in maniera tale che i ragazzi la domenica possano andare la Cinema a Pontinia spendendo poco. Poi cambierei molte cose all’interno della struttura comunale: Dirigenti (magari accorpando alcuni settori), Segretario generale (che è un ruolo chiave e deve essere di assoluta fiducia del Sindaco).

Lei è stato uno dei promotori della battaglia contro la Turbogas. Quanto è stata importante quell’esperienza per lei?
Moltissimo, sia nel bene che nel male. Un’esperienza che mi ha arricchito sia sul piano umano che politico. Ho conosciuto delle persone meravigliose. Alcune amicizie le porto avanti ancora oggi.

Si parla molto di rinnovamento politico, ma spesso poi tutto si riduce ad un indistinto giovanilismo senza contenuti, rinnovando spesso le facce ma non le pratiche. Secondo lei la politica a Pontinia di che tipo di rinnovamento ha bisogno?
Bella domanda. Sicuramente non basta essere giovani per essere “diversi” altrimenti avremmo risolto tutti i problemi. Ci sono giovani in politica che si comportano peggio dei vecchi e sono arrivisti, opportunisti, calcolatori. Però è anche vero che se metto sempre le stesse persone che cambiamento è? Pontinia ha bisogno di persone nuove ma soprattutto di persone che abbiamo una mentalità nuova. Perché a Pontinia vige il pensiero unico, quello della maggioranza. Chiunque si discosta da questo pensiero viene additato come cretino. Se vogliamo un cambiamento dobbiamo trovare persone che si mettono in discussione e che rifiutano la mentalità dominante che è quella riassunta dal detto “attacca l’asino dove vuole il padrone”. Ci vuole gente che faccia delle critiche costruttive e che si metta in gioco con coraggio e determinazione. In Italia la Politica è diventata un “posto fisso” come dice Checco Zalone e questo non è giusto. C’è un maledetto bisogno di gente nuova che porti idee nuove e costruttive. Però queste persone devono trovare il consenso politico perché altrimenti non comandi e ti limiti a fare lo spettatore passivo.

Quali sono le ricette economiche del PD di Pontinia per il rilancio del territorio? Su quali settori puntare?
E’ difficile rispondere a questa domanda a meno che uno non voglia ricorrere – come avviene di solito – a delle frasi fatte. Tutti i politici parlano di turismo ma in concreto cosa si fa per questo settore? Nulla, se non sporadiche iniziative che lasciano il tempo che trovano e che costano un mare di soldi pubblici. Oppure pensiamo alla Cultura: si finanziano delle belle iniziative che però poi lasciano il tempo che trovano perché non producono reddito. Il nostro è un territorio agricolo che vive una crisi tremenda. Pensiamo al crollo del prezzo del latte, la crisi della zootecnia. Il Comune non ha soldi per finanziare questi settori. La Regione prevede dei bandi e quindi il Comune può favorire la conoscenza di questi bandi legati al settore agricolo. Questa è una cosa che si può fare. Però qui il vero problema è che i giovani non hanno prospettive lavorative e quindi sono costretti ad andare fuori. Pontinia deve ritrovare una sua vocazione. Per fare questo bisogna percorrere strade nuove, strade non battute. Ma ci vuole una grande volontà politica per fare questo perché in genere il politico si limita ad amministrare l’esistente e i bilanci comunali sono sempre più magri. Non c’è slancio, non c’è visione futura, non c’è progettualità. E’ su questi punti che bisogna lavorare.

Lidano Lucidi

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