Alle ore 17 del giorno 18 maggio e fino al 30 maggio e con una appendice il 19 giugno, presso l’Auditorium “Roffredo Caetani” di Latina si inaugura la sesta edizione del Festival “Le Forme del suono” organizzato dal Conservatorio “Ottorino Respighi”. Un festival per far conoscere alla città di Latina prospettive, stili, strumenti e personalità della contemporaneità musicale internazionale. Un appuntamento anche quest’anno estremamente ricco di eventi: 16 concerti, incontri, masterclass e per tutta la durata del festival, una retrospettiva del pittore Ettore Sordini, recentemente scomparso, una rassegna di video, installazioni. Come ormai tradizione, dunque, una vasta panoramica delle diverse prospettive nelle quali si declina l’arte musicale attuale. Si inizia con la maratona musicale del 18, che comprende, oltre al vernissage della mostra di Ettore Sordini e delle rassegne video, ben tre parti di concerto con una importante presenza di brani per percussione, e di musica da camera. Con questo spirito di rassegna dove gli eventi non sembrano seguire percorsi definiti, il Festival prosegue nei giorni successivi con concerti alle 18 e alle 21. E in questi accostamenti apparentemente casuali e dai caotici intrecci, possiamo però rintracciare costanti, scoprire alcuni ‘fili’ sottesi alla sua programmazione. In primo luogo il rapporto della musica con le altre arti – con la poesia di Transtromer nei concerti del 19 del duo Dillon/Torquati e di Claudio Damiani nello spettacolo intitolato “Cieli” del 22; con la danza, nella performance del 28 di Schorscher/Angeloni e la serata di balletto di Un’Orchestra a teatro il 29; con il visivo, nella rassegna video, nelle installazioni e nella mostra di Ettore Sordini – in una teatralità diffusa e sottile. In secondo luogo sono indagati gli strumenti del comporre, quelli acustici ed elettroacustici: la chitarra, con il concerto dedicato a Mario Gangi il 19 e il recital di Marco Del Greco il 21; la percussione, oltre che nell’inaugurazione, con il quartetto Bluw-up il 20; la fisarmonica con il concerto di Stefano Di Loreto il 25; ma anche, in modo insospettato, il clarinetto con Paolo Ravaglia e Simone Pappalardo con il loro laboratorio dei “Clarinetti impossibili”, strumenti auto costruiti, che, con la concezione fisica del clarinetto e il supporto informatico, offrono un inedito modo di concepire lo strumento a metà tra l’acustico e l’elettroacustico, nel confine tra reale e virtuale. Poi le scuole compositive, quelle dell’est europeo, grazie anche alla presenza degli artisti provenienti dall’Accademia di musica di Cracovia, con i concerti del 21 e del 27, quella di Mauro Bortolotti nel concerto del 23 e quella di Salvatore Sciarrino nel concerto del 29 pomeriggio e nell’appendice al festival del 19 giugno. Una rassegna dove la musica scritta si intreccia costantemente con l’improvvisazione e nel concerto del 25 si palesa in tutta la sua evidenza con le musiche di Antonioni da un lato e il duo Roccato/Ceccarelli, dall’altra.
Latina, “Le Forme del suono”: il programma dal 18 al 30 maggio


