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Attualità

Operazione Shaykh, otto arresti tra Terracina e Sabaudia

Ultimo aggiornamento: 2 Luglio 2014 12:02
Simone Di Giulio Pubblicato 2 Luglio 2014
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La Digos della Questura di Latina, coadiuvata per l’esecuzione da personale dei Commissariati di P.S. di Fondi e Terracina, della Polizia Postale e del Reparto Prevenzione Crimine Lazio, ha eseguito 8 (otto) provvedimenti di custodia cautelare emessi dal Gip del Tribunale di Roma su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, nei confronti di altrettanti soggetti responsabili a vario titolo dei reati di favoreggiamento di immigrazione clandestina, falsità in scrittura privata, falso in atto pubblico. L’indagine, denominata Shaykh dal “titolo onorifico” con cui veniva chiamato dai sodali uno dei principali indagati, parte dalle denunce di diversi imprenditori pontini sull’esistenza di un sodalizio, composto da italiani e stranieri, dedito al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nell’ambito della comunità di extracomunitari impiegati come braccianti nelle migliaia di imprese agricole presenti nel basso Lazio.
In relazione alle modalità operative del sodalizio criminale, le indagini hanno permesso di appurare che i principali indagati cooptavano imprenditori agricoli compiacenti, i quali, a fronte di un cospicuo corrispettivo in denaro, presentando alla Direzione Provinciale del Lavoro – Sportello Unico per l’Immigrazione – richieste di assunzioni di cittadini extracomunitari artefatte, nell’ambito del procedimento per i permessi di lavoro stagionale – c.d. Decreto Flussi – , concorrevano a creare fraudolentemente i presupposti per il rilascio del Nulla Osta in favore di extracomunitari, già presenti come clandestini sul territorio nazionale o ancora residenti in madre patria, prodromico all’ottenimento del Visto nel Paese di origine, al fine di favorire l’ingresso o la permanenza in Italia di stranieri non aventi in effetti alcun titolo legale per permanervi.
In particolare la procedura in argomento, come già noto per gli operatori di settore, comporta l’inoltro della richiesta di assunzione dello straniero on line, tramite un applicativo scaricabile dal sito del Ministero dell’Interno, studiato al fine di favorire i datori di lavoro e l’inoltro delle relative domande agli uffici pubblici competenti tramite procedura “smaterializzata”, ed il sodalizio in argomento si era specializzato nell’invio di tale documentazione, tutta attestante falsi dati, per ottenere il N.O. in argomento.
Le attività investigative hanno dato modo di accertare la presenza sul territorio nazionale di cittadini extracomunitari, soggiornanti regolarmente, con la funzione di collegamento con sodali presenti in madrepatria, anche come base operativa e punto di riferimento per i connazionali provenienti dall’estero, soprattutto da paesi come il Pakistan, l’India ed il Bangladesh.
Si è rilevato che l’associazione a delinquere in argomento, operativa principalmente nel territorio pontino, ma con ramificazioni in tutto il Lazio ed anche in altre parti del Paese, abbia prodotto un considerevole indebito guadagno economico per tutti i partecipanti al sodalizio criminale, con un giro di affari stimabile tra i 2.000.000 ed i 3.000.000 (due/tre milioni) euro, per quanto riguarda il periodo monitorato dalle indagini (tre anni).
Infatti, le attività investigative hanno accertato che la somma di denaro sborsata da ogni straniero per giungere in Italia, da corrispondere per i “servizi” prestati dall’associazione, varia dai 6.000 agli 8.000 euro a testa (2.000 euro per gli imprenditori compiacenti, il resto al mediatore italiano ed al procacciatore di stranieri) e che in un anno il sodalizio riusciva a favorire l’ingresso di centinaia di soggetti.
L’indagine si è sviluppata a partire dal 2012 ed ha comportato, oltre all’utilizzo di tecniche ordinarie di investigazione (osservazione, pedinamento, individuazione, etc.) anche le intercettazioni telefoniche delle numerosissime utenze in uso agli indagati (i più esperti cambiavano i numeri di cellulare molto spesso), durate quasi un anno, e diversi riscontri ed accertamenti sui sistemi informatici tramite i quali venivano inoltrate le centinaia di richieste fraudolente.
Per i reati contestati sono stati dunque tradotti in carcere i principali responsabili dei reati accertati e cioè i fratelli NARDONI, Dino e Fabio, ANTONETTI Massimo, tutti di Terracina, NASEER Khalid, pakistano residente ad Anzio; mentre per KUMAR Anil nato in India il 12.11.1979, MIAH MD Shahinoor Islam alias “Shain” nato in Bangladesh il 10.05.1970, FAVA Alessandro e PIETROCINI Roberto è stata eseguita l’ordinanza degli arresti domiciliari.
Si segnala che l’estrema pericolosità dei soggetti sottoposti alle misure restrittive si evidenzia sotto diversi aspetti: la spregiudicatezza con cui hanno portato avanti, per molto tempo – almeno tre anni -, il traffico di esseri umani per guadagnare illeciti profitti, approfittando dell’estremo bisogno degli stranieri di lasciare la madrepatria alla ricerca di una migliore condizione di vita; l’elevato allarme sociale procurato dal sodalizio, capace di far entrare illegalmente in Italia centinaia di persone ogni anno; le ricadute, anche sull’economia locale e sul tessuto sociale, di una ingente massa di extracomunitari clandestini costretti in condizione di sfruttamento a lavorare nei campi dell’agro pontino; per molti degli indagati, infine, la reiterazione dei gravi reati. Infatti il FAVA è stato arrestato per il medesimo reato dalla Squadra Mobile nel marzo di quest’anno, mentre il PETROCINI, titolare di un’agenzia di affari per stranieri, era già conosciuto per essere stato arrestato dal Commissariato di Fondi sempre per gli stessi atti illeciti negli anni passati; anche il NASEER ed il NARDONI hanno precedenti specifici.
Infine, per reati di favoreggiamento e concorso ai reati principali sono stati denunciati oltre 40 imprenditori agricoli della zona e circa 30 cittadini extracomunitari che, pur non facendo parte attiva del sodalizio, hanno concorso alla realizzazione dei reati principali.
L’indagine si inserisce nell’ambito della forte azione di contrasto che la Questura di Latina da tempo sta dispiegando contro il fenomeno dell’immigrazione clandestina e dello sfruttamento degli immigrati impiegati in “nero” nelle aziende locali – nell’ultimo anno i Commissariati dipendenti della Questura di Latina e la Squadra Mobile hanno svolto circa una decina di indagini con esecuzione di provvedimenti restrittivi per reati analoghi – raccogliendo il grido lanciato da diverse associazioni di settore (prime tra tutte Legambiente, Libera e Sindacati) su un fenomeno così preoccupante che appare dilagare in provincia.

RUOLI:
NASEER: Provvedeva alla pubblicità occulta delle attività dell’associazione, ponendosi come sicuro punto di riferimento stabile per gli stranieri, prevalentemente di origine pakistana, che volessero entrare in Europa ed in particolare in Italia, pur essendo sprovvisti dei requisiti previsti dalla normativa vigente, e costante punto di collegamento ed intermediario tra questi ultimi e l’associazione, provvedeva inoltre su richiesta del NARDONI Dino all’inoltro on line delle false richieste di assunzione, creando a tal fine un call center/internet point quale società di copertura, da lui gestita, denominata “Cynosure group of companies srl”, con sede ad Anzio (RM).
NARDONI Dino organizzatore dell’associazione criminale, coordinatore dei falsi datori di lavoro, individuati direttamente o tramite intermediari, con i quali si accordava per avanzare false richieste di assunzione di manodopera extracomunitaria all’Ufficio preposto della Prefettura, provvedendo altresì personalmente o tramite suoi collaboratori e familiari all’inoltro on line delle richieste di assunzione avanzate dai datori di lavoro compiacenti.
NARDONI Fabio : si rendeva disponibile a sostenere l’associazione mediante la sua collaborazione in ogni attività richiestagli eseguendo tutte le direttive che gli venivano impartite.
ANTONETTI Massimo: provvedeva ad individuare imprenditori agricoli disposti a fornire la propria disponibilità, pur in assenza di reale necessità, all’assunzione di stranieri interessati ad entrare in Italia, pur essendo questi ultimi sprovvisti dei requisiti previsti dalla normativa vigente, ricercando anche stranieri clandestini già sul territorio nazionale interessati ad ottenere la regolarizzazione della loro posizione, fungendo da costante punto di collegamento ed intermediario tra NASEER Khalid, i datori di lavoro che accettavano la proposta criminosa e gli stranieri.
MIAH MD Shahinoor Islam provvedeva ad individuare direttamente nel proprio paese d’origine – Bangladesh – stranieri interessati all’ingresso in Italia, pur essendo sprovvisti dei requisiti previsti dalla normativa vigente, fungendo da costante punto di collegamento ed intermediario tra questi ultimi e l’associazione.
KUMAR Anil provvedeva ad individuare direttamente nel proprio paese d’origine – India – stranieri interessati all’ingresso in Italia, pur essendo sprovvisti dei requisiti previsti dalla normativa vigente, fungendo da costante punto di collegamento ed intermediario tra questi ultimi e l’associazione.
FAVA Alessandro quale associato, provvedeva ad individuare direttamente nel proprio paese d’origine – Bangladesh – stranieri interessati all’ingresso in Italia, pur essendo sprovvisti dei requisiti previsti dalla normativa vigente, fungendo da costante punto di collegamento ed intermediario tra questi ultimi e l’associazione.
PIETROCINI Roberto Nella sua qualità di gestore di agenzia disbrigo pratiche per stranieri, provvedeva all’inserimento telematico di tutte le false richieste di assunzione di stranieri interessati ad entrare in Italia, pur essendo sprovvisti dei requisiti previsti dalla normativa vigente, su disposizione di NARDONI Dino, il quale gli forniva tutti i dati necessari senza che il datore di lavoro entrasse mai in contatto con l’agenzia, svolgendo tale funzione in assenza della necessaria autorizzazione della Prefettura che, per i suoi precedenti specifici, aveva revocato le credenziali di accesso al sistema informatico dello Sportello Unico per l’Immigrazione di Latina. Attivandosi altresì per individuare su richiesta del NARDONI Dino imprenditori agricoli disposti a fornire la propria disponibilità, pur in assenza di reale necessità, all’assunzione di stranieri interessati ad entrare in Italia, pur essendo questi ultimi sprovvisti dei requisiti previsti dalla normativa vigente, consentendo così la prosecuzione dell’illecita attività dell’associazione.

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