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Lettura: Aprilia, Porcelli: “Serve un piano tecnicamente valido per la telefonia mobile”
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Mondoreale > Blog > Attualità > Aprilia, Porcelli: “Serve un piano tecnicamente valido per la telefonia mobile”
Attualità

Aprilia, Porcelli: “Serve un piano tecnicamente valido per la telefonia mobile”

Ultimo aggiornamento: 3 Luglio 2014 8:36
Simone Di Giulio Pubblicato 3 Luglio 2014
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“Da un paio di anni la questione relativa all’installazione delle antenne di telefonia mobile e il monitoraggio dei livelli di campi elettromagnetici è diventato oggetto di dibattito politico e, con profonda preoccupazione per i cittadini, anche motivo di strumentalizzazione politica. Per il bene dei cittadini e per la tutela della salute delle categorie maggiormente sensibili all’esposizione ai campi elettromagnetici concentreremo la nostra attenzione esclusivamente su cosa si può fare e cosa non si deve fare nell’interesse collettivo. Per sfortuna dell’amministrazione non ci sono molte strade da intraprendere per governare i processi di installazione delle antenne di telefonia mobile. La Legge 36 del 2001 e le sentenze di questi anni hanno chiarito quali sono le azioni che un Comune può intraprendere dotandosi di un Piano per la Telefonia Mobile che sia tecnicamente valido”. Il capogruppo consiliare di Sinistra Ecologia e Libertà, Carmen Porcelli, interviene nuovamente sulla questione degli impianti di telefonia mobile e l’elettromagnetismo. “Un Piano tecnicamente valido è quel piano che, oltre a fotografare la situazione esistente dei livelli elettromagnetici presenti nel territorio comunale di Aprilia, individua i criteri localizzativi capaci di minimizzare l’impatto elettromagnetico sulla popolazione garantendo tuttavia la capacità di copertura del segnale per i gestori. Infatti, i Comuni non possono diniegare l’installazione di impianti per la telefonia mobile senza adeguate motivazioni tecniche intendendo le stazioni radiobase come opere di urbanizzazione primaria. Ogni altra forma, quali Regolamenti o piani di carattere puramente urbanistico, come dimostrato dalle ultime recenti sentenze, non ha alcuna consistenza tecnica e rischia l’invalidazione in caso di ricorso (Consiglio di Stato n. 3575 del 3 luglio 2013; Consiglio di Stato n. 2945 del 30 maggio 2013; Consiglio di Stato n. 1873 del 4 aprile 2013; Consiglio di Stato n. 690 del 5 febbraio 2013, …). L’amministrazione comunale di Aprilia invece decide di fare un monitoraggio dei livelli di campo elettromagnetico affidando l’incarico diretto ad un architetto, già noto negli uffici comunali, per la modica cifra di 20.000 euro. Perché il fornitore non è stato individuato sul MePA, dove già esiste la voce relativa al monitoraggio dei campi elettromagnetici, a garanzia della professionalità e della qualità del servizio acquistato? Poi apprendiamo che la strumentazione per il monitoraggio è stata acquistata dal Comune per una spesa superiore gli 8000 euro. A parte il fatto che strumentazioni tecniche di questo tipo richiedono una manutenzione ordinaria e la taratura periodica a garanzia del loro funzionamento (con costi annuali per le casse comunali), quali competenze fisiche e/o ingegneristiche può avere un architetto in materia di compatibilità elettromagnetica (che è la materia che studia i fenomeni legati agli impatti elettromagnetici) se non ha nemmeno gli strumenti? Vi fareste mai tagliare i capelli da un barbiere senza forbici o operare da un chirurgo senza specializzazione in chirurgia?”. Il capogruppo di Sel evidenzia come le spese sostenute dal Comune non abbiano portato ad alcun risultato: “Il Comune ha quindi speso 28000 euro per avere un monitoraggio inutile da un punto di vista tecnico, senza aver risolto nulla delle criticità esistenti. Normalmente i monitoraggi vengono effettuati con centraline h24 capaci di misurare tutte le variazioni dei livelli di elettrosmog nell’arco della giornata visto che l’emissione elettromagnetica varia tra il dì e la notte per il crollo del traffico voce/dati. Ma non commettiamo l’errore di pensare che gli unici capaci di effettuare questo monitoraggio sia l’ARPA. Con il Decreto Sviluppo 2 del Governo Monti, infatti, sono stati modificati i limiti di esposizione ai livelli di campo elettromagnetico, non più valutati su una media di 6 minuti, ma sull’intera giornata. Questo, in pratica, significa aver aumentato le potenze di emissione degli impianti nelle ore diurne. Non solo, poiché i monitoraggi devono essere effettuati con la strumentazione presidiata da personale competente, l’ARPA dovrebbe monitorare gli impianti per 24 ore con un tecnico vigile sulla strumentazione per l’intera durata della misura a garanzie della bontà della misura. Capite bene che una persona che presidi per 24 ore un impianto ha una oggettiva impossibilità realizzativa sia in termini di personale che in termini di costi economici. Il risultato è l’assenza di controlli sulle 24 ore in attesa delle nuove norme tecniche che spieghino come effettuare i monitoraggi secondo le nuove disposizioni legislative. Eppure il problema antenne non pare tanto difficile da affrontare – è l’affondo dell’esponente di Sinistra Ecologia e Libertà – e sarebbe bastato una facile ricerca sul web per accorgersi che i vicini comuni di Velletri e Fiumicino si stanno dotando di un Piano Antenne attingendo il servizio dal MePA. Un Piano che offre una mappatura della situazione esistente, sia in termini elettromagnetici che di copertura del segnale, la previsione e localizzazione dei futuri impianti, centraline di monitoraggio h24 con dati visualizzati su sito web e comunicazione con i cittadini. Uscendo dalla nostra Regione troviamo altre realtà che hanno affrontato le criticità con la pianificazione, da Udine a Arezzo, da Massa ad Imola. Non sarebbe stato sufficiente informarsi con altre amministrazioni che hanno affrontato e risolto tutte le criticità prima di sperperare 28000 euro?. Come Sinistra Ecologia e Libertà presenteremo una mozione con la quale chiederemo un impegno al sindaco di attivarsi per la dotazione di un Piano per la Telefonia Mobile realizzato da soggetti non legati alle compagnie di telefonia mobile (per evitare problemi di conflitto di interessi), inoppugnabile da un punto di vista tecnico e che tenga conto di tutti gli aspetti legislativi, al fine di evitare che le compagnie private impongano localizzazioni inidonee, minimizzare l’impatto elettromagnetico per la popolazione, evitare conflitti con comitati e cittadini e reperire, infine, risorse economiche a favore dell’Amministrazione Comunale, fondamentali in una situazione di crisi. Auspichiamo – conclude Carmen Porcelli – come già successo in altre parti d’Italia, una convergenza comune di tutti i consiglieri nell’approvare un atto che potrebbe permettere, una volta per tutta, di risolvere seriamente la questione antenne nel nostro territorio comunale”.

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