“Propongo di dare mandato al sindaco a verificare si ci siano stati atti di cattiva gestione, tali da provocare danni al patrimonio della Società Partecipata e/o dell’ente; a valutare, di conseguenza, se ci sono le condizioni giuridiche per porre in essere azioni nei confronti degli amministratori responsabili; a porre in essere tutte le azioni necessarie alla salvaguardia del patrimonio dell’ente; a dare mandato al sindaco affinché riferisca l’esito di tale procedura entro 40 giorni con l’indicazione delle proposte risolutive”. E’ questo il culmine della discussione nel consiglio comunale che si è svolto a Sezze ieri sera. A parlare e a proporre il consigliere del Pd Giovanni Bernasconi, presidente della commissione Bilancio. Sul tavolo la questione della Servizi Pubblici Locali Sezze spa, da sempre tema caldissimo nella maggioranza Campoli, sia nella precedente legislatura che nell’attuale, e tema di scontro aspro soprattutto all’interno del Partito Democratico, la cui ala critica ha chiesto ed ottenuto che il punto arrivasse in consiglio forte del rapporto analogo realizzato dai dirigenti comunali. Nel suo intervento di apertura il sindaco Campoli aveva cercato di spiegare i motivi delle difficoltà della SPL, sperando magari che il dibattito si sarebbe (come già accaduto) limitato a principi generali di buona gestione e a speranza per il futuro. Ma Bernasconi ha subito messo le cose in chiaro leggendo alcuni passi del documento firmato dai dirigenti Petrianni, Formicuccia, Caldarozzi e Vona, in cui si arriva a descrivere l’assetto organizzativo della società come “acefalo, privo di governance”. Un rapporto durissimo, che analizza passo dopo passo le criticità dell’azienda, non giustificandola con il periodo di crisi generale, ma ponendo l’accento proprio sulla gestione, che avrebbe prodotto la perdita di esercizio per gli anni 2011, 2012 e, molto probabilmente, 2013. Insomma un’analisi lucida ma spietata da parte dei dirigenti, che ha costretto Bernasconi a chiedere alla massima assise cittadina una posizione univoca nei confronti della gestione di questo problema. Il consiglio ha votato compatto, o meglio, quello che rimaneva del consiglio ha votato compatto. Oltre agli assenti Di Pastina, Zarra e Piccolo, infatti, al momento della votazione sono usciti dall’aula i consiglieri Reginaldi (comunque in opposizione), Di Palma, Brandolini e Ciocca, evidentemente non soddisfatti dell’andamento della discussione e forse consapevoli che questo tipo di battaglia è tutta interna al Pd. Un nodo in più per Campoli, che tra quaranta giorni dovrà essere convincente per recuperare la fiducia di una parte del suo partito e di un’altra ala della sua maggioranza.
Simone Di Giulio


