Ci sono delle novità sulla vertenza Sapa di Fossanova. Giovedì 5 giugno, ad un mese esatto dalla comunicazione di chiusura dello stabilimento, c’è stato un nuovo incontro tra le parti presso la sede di Unindustria a Latina. Da una parte l’azienda, dall’altra le organizzazioni sindacali. “Anche questa volta – ci ha dichiarato Luigi Sulpizi – fumata nera”. La proprietà insiste nella sua convinzione che lo stabilimento di Fossanova non sia competitivo. Da parte sua, il sindacato – sottolinea Sulpizi – rispedisce al mittente questa affermazione e chiede di mettere lo stabilimento sul mercato. La risposta – sempre secondo Sulpizi –è davvero paradossale: “Non vogliamo concorrenza”. Unica nota positiva – si fa per dire – in tutta questa vicenda è che per giovedì 12 giugno è stato fissato il primo incontro al Ministero dello Sviluppo economico. La speranza del sindacato e dei lavoratori è che il governo riesca a convincere la proprietà a continuare nella produzione oppure a vendere lo stabilimento di Fossanova. “A nome di tutti i lavoratori dello stabilimento Sapa di Fossanova – ha concluso Luigi Sulpizi – lancio un appello a tutte le istituzioni, affinché si impegnino a trovare una soluzione per far continuare a vivere il sito di Fossanova”. Che, per la cronaca, coinvolge 136 lavoratori dipendenti diretti e circa 120 tra interinali ed indotto. E nessuno di essi – da quel che è dato sapere – ha la benché minima possibilità di accedere alla pensione. Insomma, la chiusura definitiva della Sapa di Fossanova, sarebbe un vero e proprio “massacro sociale” ai danni di quasi 260 famiglie .
Sapa di Fossanova, fallita la trattativa presso Unindustria Latina, si spera nell’incontro di giovedì 12 al Ministero dello Sviluppo economico


