Continuano gli interventi in merito alla questione del poligono di tiro di Sabaudia. L’ultimo, in termini cronologici, intervento è quello del direttore Antonio Ciriello che specifica: “Non è tardata ad arrivare la risposta sulla vicenda della localizzazione del poligono di tiro militare di Sabaudia. Questa volta i toni, almeno quelli del Generale Alimenti, sembrano attenuati e se ne prende atto. Tuttavia, è necessario precisare che risulta infondata l’ affermazione del Generale che “ nessuno spara ai Pantani d’Inferno da 16 mesi “ in quanto clamorosamente smentita dall’ Ordinanza n. 20/2014 del Comando Militare della Capitale per lo svolgimento di esercitazioni “a fuoco” che dimostra che il sito è stato utilizzato nei giorni 5, 6, 8, 9, 12 e 22 maggio 2014 e anche dal 17° Regimento Artiglieria C/A “Sforzesca”. Quanto riportato dai mezzi di informazione, pertanto, necessita di una rettifica al fine di una informazione corretta e trasparente dato che alcuni articoli di stampa sono stati incentrati proprio sul fatto che il poligono non viene più utilizzato. Niente di personale nei confronti del Generale Alimenti, che almeno nella vicenda ci mette la faccia mentre altri nicchiano, ma siamo alle solite. Anche questa volta si parla di strumentalizzazione, di ciclica ripresentazione del problema in occasione di elezioni politiche, di provocazione, invece di rispondere ai seguenti interrogativi : l’attuale poligono di tiro è localizzato in luogo diverso da quello riportato sui documenti ufficiali ovvero si sta sparando e si è sparato per decenni al posto sbagliato? La duna ove per decenni si è sparato fa parte del poligono di tiro? E’ opportuno il permanere di un poligono di tiro in un Parco Nazionale e in area a tutela integrale? Le attività militari che per decenni hanno interessato il sito hanno portato ad un inquinamento da piombo della duna e delle aree circostanti che dovrebbe essere oggetto di bonifica? Si stanno utilizzando i sacchi “para palle” o si spara ancora sulla duna? Strano che nessuno si assuma la responsabilità di dire semplicemente si o no e voglia replicare con illazioni mascherate da risposte.
E non è indispensabile che siano le Autorità militari e civili a dare le risposte in quanto potrebbero farsi carico della questione, viste le implicazioni di carattere ambientale e naturalistiche, anche quelle Associazione Ambientaliste molto attive sul territorio ma che fino ad oggi sul poligono di tiro hanno fatto finta di non vedere, non sapere e non sentire. Ciò anche alla luce dell’invito del Gen. Alimenti di sedersi intorno ad un tavolo per trovare un accordo che soddisfi tutti. Chiediamo scusa alle parti interessate ma su questa vicenda non potrà calare il silenzio, come qualcuno pretenderebbe”.


