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Lettura: Priverno, la storia dell’incompiuta di Palazzo Zaccaleoni
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Mondoreale > Blog > Attualità > Priverno, la storia dell’incompiuta di Palazzo Zaccaleoni
Attualità

Priverno, la storia dell’incompiuta di Palazzo Zaccaleoni

Ultimo aggiornamento: 22 Giugno 2014 23:00
Simone Di Giulio Pubblicato 23 Giugno 2014
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Palazzo Zaccaleoni e San Giorgio; due opere che, rispondendo al bando promosso dal governo con il decreto Salva Italia, il sindaco di Priverno Angelo Delogu ha indicato come opera cui destinare dei fondi per il completamento di lavori ormai in sospeso da 26 anni. Quasi tre decadi per un susseguirsi di vicende burocratiche, tecniche e legali che possiamo provare a ricostruire. E’ il 1988 (il 10 agosto) quando viene affidato l’incarico per la progettazione esecutiva, approvata successivamente nel 1990 e poi ratificata nel 91 e nel 93. Per procedere alla realizzazione dell’intervento il Comune di Priverno, chiede ed ottiene dalla Regione Lazio, un finanziamento sugli interventi straordinari nel Mezzogiorno, per l’importo lordo di £ 11.833.000.000 pari ad € 6.111.234,49 con successiva stipula (il 30/010/1993) della Convenzione. I lavori vengono appaltati nel 1997 all’ A.T.I.” IM.A.C. Impresa Appalti Costruzioni s.r.l. (capogruppo) e C.E.A.P. Costruzioni Edili Appalti Pubblici s.r.l. (impresa associata) che firmerà il relativo Contratto il 07/10/1997 al prezzo offerto di € 2.996.981,61. I lavori iniziano il 15/09/1997 (fine lavori prevista per il 06/09/99). Il 31 maggio del 199 i lavori vengono sospesi per redazione Perizia di Variante n.1 che viene approvata nel gennaio 2001. Riprendono quindi il 17 settembre del 2001 con nuova fine prevista nel settembre 2003 ma due mesi prima di questa data, a Luglio, arriva la perizia di variante n.2 in corso d’opera. Il 31/12/2004 invece arriva il verbale di sospensione dei lavori n. 2 per la redazione della perizia di variante n.3 (fine lavori prorogata e prevista per il 24/06/2005) per un importo complessivo dell’intervento di £12.677.388.174 pari ad €6.547.324,58 di cui € 436.090,09 a carico del bilancio comunale. Il verbale della ripresa dei lavori n.2, viene redatto il 14/11/2005. In data 09/11/2005 risultano emessi fondi per l’importo complessivo di £5.348.161.082 pari ad € 2.762.094,69. Il 21 novembre però la ditta SAL esprime delle riserve che sono risolte con l’- istanza di avvio di accordo bonario del 06/02/2006 chiesto dalla ditta appaltatrice il 31/01/2006. Il Comune, nel 2006, però respinge l’istanza per l’avvio della procedura per la definizione di accordo bonario in considerazione della evidente pretestuosità delle riserve per intempestività e manifesta infondatezza. Il 12/04/2006 la ditta appaltatrice comunica la fine lavori relativa al solo Palazzo San Giorgio. Il fatidico 08 Maggio 2006 si concretizza la scadenza dei tempi contrattuali ma il 05/06/2006 l’impresa appaltatrice è stata messa in mora proprio dal giorno 08/05/2006 e i lavori, ovviamente, non sono finiti. Nel 2009, arriva il blocco del cantiere. Alla regione Lazio viene sottoposta una ulteriore perizia di variante in corso d’opera che comprende anche un atto transattivo sottoscritto da Comune e Impresa appaltatrice , per l’obbligatorio parere tecnico-amministrativo da parte del Comitato Tecnico Regionale (CTR) per i Lavori Pubblici. La perizia di variante serve a evitare un eventuale contenzioso, ulteriori oneri e danni in conseguenza del notevole prolungamento dei tempi e delle ulteriori spese per l’ultimazione dell’intervento. Dopo aver esaminato lungamente la perizia, Il CTR Regionale esprime un voto di massima favorevole, rimandando un approfondimento di istruttoria al competente Dipartimento Regionale. A dicembre del 2012, la struttura regionale competente, predispone la proposta di deliberazione di Giunta al fine di riattivare la Convenzione tra Comune e Regione, approvare la perizia di variante e l’atto transattivo ad essa allegato. La Giunta Regionale del Lazio non ha mai adottato il citato provvedimento. Ad oggi, 2014, dopo 26 anni, l’Ente regionale non riesce ad individuare ed indicare al Comune una procedura possibile per dirimere questa assurda situazione di stallo tipicamente “italiana”. Per concludere l’intervento con l’ultimazione dei lavori così come previsto nell’ultima perizia di variante (oltre alla somma di €6.111.234,49 pari all’importo del finanziamento iniziale, già accreditato dalla Regione per una quota pari a circa l’80%, all’importo di €918.015,87, già precedentemente impegnato con bilancio comunale) basterebbe l’ulteriore spesa di €1.725.128,00. Come ha detto Delogu nella sua lettera al Governo: “Recuperare il Palazzo Zaccaleoni e utilizzare lo splendido Palazzo San Giorgio, completato nel 2006, mai aperto ma pronto per essere acquisito al patrimonio Comunale, significherebbe restituire al legittimo fruitore, e quindi la collettività, due beni preziosi non solo per la loro valenza storico-artistica, ma anche per la loro funzione di volano sia per la crescita e l’arricchimento culturale del paese e sia per la possibilità di creare nuovi posti di lavoro”.

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