Il SENATORE MOSCARDELLI PLAUDE AL RISULTATO E PUNTA ALLE PROSSIME AMMINISTRATIVE
Hanno suscitato davvero un grande clamore i risultati delle elezioni europee di domenica scorsa e non solo per il roboante successo di Matteo Renzi e del Pd a livello nazionale. Sui media che contano, ha fatto scalpore il flop del Movimento 5 Stelle se flop si può parlare in un risultato di un partito che comunque ha raggiunto la soglia del 20% e si è assestato come seconda forza politica italiana, ma questo è un altro discorso. Non ha fatto abbastanza rumore il dato degli astenuti che hanno sfondato abbondantemente la soglia del 40% ma anche questo aspetto merita un discorso a parte. Quello su cui vogliamo focalizzare l’attenzione è il dato di Latina e la sua provincia. Un dato che ha consegnato la maggioranza anche nel capoluogo pontino, storicamente roccaforte del centrodestra, al Partito Democratico. Per commentare questo dato, abbiamo cercato un parere il più autorevole possibile, rivolgendoci all’esponente politico pontino “più alto in grado” in questo momento del PD, ovvero al senatore Claudio Moscardelli.
La prima che chiediamo all’onorevole è quella sul dato complessivo che ha visto a Latina il PD primo partito con 17.441 voti pari al 31,96% e in provincia con 74.063 voti pari al 30,69%:
“ E’ un risultato assai importante perché par la prima volta il centrosinistra, grazie al Partito Democratico, esce vincitore in una competizione elettorale. Finalmente Latina non è più un’anomalia e nei grafici la provincia pontina è colorata dello stesso colore delle altre province vicine, cosa che non era mai accaduta in precedenza nemmeno davanti a risultati che altrove ci avevano premiato ma a Latina no. Proprio vedere una cartina dell’Italia che raffigura l’esito elettorale e poter guardare nel Lazio, alla nostra provincia, al capoluogo pontino che è in sintonia con tutti gli altri, rappresenta una soddisfazione. Latina storicamente è una roccaforte ideologica della destra direzione in cui tende il voto degli elettori a prescindere dagli esiti generali del resto del paese. Troppe volte il voto nazionale aveva premiato un governo di sinistra nel resto dello stivale ma a Latina aveva vinto il centrodestra. Non avevano scalfito questa tendenza neppure quindici anni ininterrotti di statistiche e soprattutto di constatazioni di calo di tutti gli indici di produzione e di ricchezza. Neppure le ultime statistiche che davano Latina come il capoluogo del Lazio con il reddito più basso avevano scalfito un dato che questi risultati hanno invece finalmente intaccato”.
Dovendo isolare le componenti essenziali che hanno determinato un simile risultato, quali elementi si possono isolare e classificare come fondamentali:
“Innanzitutto il senso di fiducia che il segretario Mattero Renzi e tutto il Pd è riuscito a smuovere negli italiani. Un senso di fiducia ottenuto scommettendo sul buono e sul positivo dell’Italia e non magari sul disfattismo e sull’allarmismo proposto invece dal Movimento 5 Stelle di Grillo. Gran parte di questa svolta la si deve a Renzi che ha accelerato e reso palese un processo che già a livello locale aveva avuto inizio. Il Partito Democratico negli ultimi anni è riuscito a superare alcuni retaggi storici che lo tenevano incatenato in alcune posizioni che lo allontanavano dall’elettorato moderato. Adesso il PD è un partito riformatore, moderno e assai inclusivo, cosa che prima non accadeva e lo rendeva sempre un po’ defilato. Adesso siamo una forza centrale del panorama politico italiano e locale, presente praticamente ovunque e ovunque con un ruolo cardine. Un partito capace di intercettare gli stati d’animo di tanti italiani che si trovano in un momento particolare e non hanno bisogno di nuovi allarmi”.
Analizzando il voto specifico di Latina città , che eleva per la prima volta il PD a primo partito, facendo degli spostamenti di numeri associando possibili alleanze di partiti oppure analizzando parziali di centro città o borghi, le ipotesi in caso di voto per le amministrative non sono congelate:
“Senza dubbio, nonostante il risultato ottenuto costituisca un punto positivo, bisogna considerarlo allo stesso tempo un punto di partenza. Sommando i voti dei vari partiti, il centro destra unito avrebbe qualche voto in più rispetto a noi. E’ anche vero che stornando il voto dei borghi, nei seggi cittadini la percentuale del PD si alza al 40% che è la soglia nazionale e in questi stessi seggi, anche sommando i voti, il centro destra è in minoranza. Il risultato di domenica è il risultato di un processo di trasformazione iniziato già nel 2012 quando sul voto del sindaco riuscimmo a raggiungere già la soglia del 40%. Ora questa trasformazione deve proseguire e allargarsi anche nelle zone periferiche e nei borghi.”
Se da una parte gratifica, un risultato così netto di maggioranza però comporta anche l’assunzione di maggiori responsabilità:
“Certamente si, visto che i pontini e tutti gli italiani ancor di più hanno riposto fiducia nel nostro partito. Per confermare questo consenso il PD deve ora mostrare agli elettori i risultati di questo attestato di stima. Dobbiamo lavorare per trasformare questo consenso in governo sul territorio e soprattutto in buon governo. Dobbiamo quindi consolidare questi risultati per completare il quadro di governo sul territorio dove oggi ci manca. A Latina le prossime elezioni amministrative sono un obbiettivo reale e possibile perché fasce di elettori vedono nel PD l’alternanza naturale al centro destra. E il PD deve tenere sempre chiara questa linea a vocazione maggioritaria e non ostaggio di vecchie retaggi che precluderebbe una fascia ampia di elettorato”.
Volendo trovare il pelo nell’uovo, le due macchie nei risultati raccolti in provincia di Latina sono a Cisterna, Sermoneta e a Prossedi:
“A Sermoneta non direi visto che nella formazione del nuovo sindaco Claudio Damiano, c’è una parte del PD e lo Claudio Damiano ha votato PD. Ovviamente trattandosi di un comune che arriva al voto con liste civiche in cui non erano presenti simboli di partiti canonici non si può parlare di vittoria di un partito o di quell’altro. A Cisterna invece c’è stato un dato di frammentazione del quadro politico drammatico che ha reso tutto più difficile. Troppi candidati per condurre ragionamenti in linea con il quadro nazionale. C’è stata una frammentazione del voto davvero evidente. Evidentemente lì ancora impera Carturan che ha modificato geneticamente la formazione dei partiti politici inserendo dei suoi uomini ovunque. CI aspetta un lavoro duro, già cominciato in questa campagna elettorale per creare un nuovo gruppo dirigente che possa aprirsi al contributo delle liste civiche per essere competitivi. In queste elezioni lo siamo stati abbastanza ma qualcosa ci è sicuramente mancato. Se già le ripetessimo tra un mese risultato diverso. Prossedi infine è una realtà piccolissima e di confine. Hanno scelto la persona, il progetto in continuità con un governo che gli elettori hanno deciso di premiare.
Due successi diversi ma assai importanti arrivano invece da Roccagorga e da Maenza, uno in conferma e l’altro riprendendo un comune che era al centrodestra da dieci anni:
“Si, Maenza è stata strappata al centro destra e ci porta a completare un quadro che sui Monti Lepini ci vede al governo in tutti i paesi. Sperduti ha ottenuto un risultato che parte da lontano che ha avuto il suo slancio nelle primarie e che corona una rincorsa lunga. A Roccagorga invece, dove le primarie non ci sono state, possiamo dire che anche con un PD diviso tra due liste, il consenso verso di noi è stato tale che abbiamo confermato il sindaco con il bis di Carla Amici. Dobbiamo far tesoro si questo consenso e riuscire a traferirlo anche grandi città della pianura. L’obbiettivo è Latina. Dai dati delle Europee infatti siamo primi a Formia, Gaeta, e Aprilia, secondi per un soffio a Cisterna e Terracina. Alle prossime amministrative abbiamo il dovere di provare a portare il nostro governo in queste città”.
Luca Morazzano


