Nella sinistra maentina, ancora in pieno giubilo per l’affermazione elettorale che ha portato all’elezione a sindaco di Claudio Sperduti, c’è anche chi non vede solo luci ma sottolinea più di qualche ombra. Se da una parte il segretario del circolo cittadino del PD, Teodorico Colorito, così come gli esponenti di Sel esaltano il risultato ottenuto, Paola Cacciotti, colei che cinque anni fa fu la candidata a sindaco he non poté competere per un vizio di forma che escluse la sua lista, colei che è stata segretaria del PD fino a pochi mesi prima di questa tornata elettorale e che alle primarie di coalizione è stata l’antagonista di Sperduti, per poi sparire dai radar politici ufficiali tanto da non comparire nella lista a supporto del sindaco, torna a parlare di politica proponendo un ragionamento fuori dal coro nonostante le urne abbiano sancito la vittoria. Paola Cacciotti infatti, con un’esternazione su un social network (conferma che la ‘buona vecchia politica’ fatta di discorsi a quattrocchi e comunicati su carta è ormai tramontata) afferma: “La campagna elettorale termina con il responso degli elettori, l’ho sempre sostenuto, dalle competizioni politiche si passa all’Istituzione che rappresenta tutti i cittadini che per senso civico cooperano o dovrebbero cooperare in modo attivo e costruttivo al bene della città. Questa la doverosa premessa, ma non sono d’accordo con i commenti precedenti. Non mi sento gufo e tantomeno triste nel dire che le analisi politiche devono essere affrontate e non cadere nell’obblio anche nel caso di vittorie come è accaduto per Maenza e Roccagorga, perché le criticità ci sono state. Al segretario provinciale Salvatore La Penna ricordo di averlo invitato più volte ad intervenire per garantire quella trasparenza e legalità che tanto predichiamo, ma le cose sono andate diversamente. Quella di Carla Amici è stata vittoria netta non quella a Maenza. E’ stata vittoria, ci è andata bene, ma riflettiamo sul dato che la popolazione è divisa quasi a metà. Non concludiamo con e vissero tutti felici e contenti perché questo non appartiene ad una politica intelligente, ad una politica che si interroga, ad una politica in progress. Penso che le riflessioni di percorso dovrebbero venire proprio dai due segretari locale e provinciale, perché la costruzione si fonda sull’analisi delle criticità più che sulle vittorie. Personalmente mi riservo di presentare una relazione dettagliata nelle sedi deputate allo scopo e questo non perché sono una bambina capricciosa che non ha accettato la sconfitta alle primarie e non l’ho fatto prima per rispetto di una deontologia politica nella quale credo. Sono stata segretaria del partito dalla sua origine fino a qualche mese fa, perché ho creduto nel progetto del partito fin dall’inizio, perché credo che le amministrative sono una fase importantissima della politica, ma comunque una fase e penso che i segretari politici, a qualsiasi livello, non dovrebbero entrare personalmente nel pieno della competizione elettorale perché verrebbe meno quel ruolo super partes che gli iscritti e gli elettori gli hanno conferito”.
Maenza, Paola Cacciotti analizza il voto e per il PD non vede solo rose e fiori


