Fa festa la Pro Vercelli che grazie al pareggio per 1-1 con Sud Tirol, dopo la vittoria per 1-0 all’andata, al Piola conquista la Serie B. Fa festa il suo capitano Alessandro Ranellucci e con lui il suo paese Maenza, che sta vivendo la 42ma Sagra delle Ciliegie. Chissà che domani non faccia in tempo Alessandro, a rientrare al suo paese per festeggiare. Intanto, come omaggio, un’intervista che ci ha rilasciato per il Giornale di Latina prima di iniziare l’avventura dei play off.
C’è un pezzo di provincia pontina nella gloriosa Pro Vercelli che, dopo la retrocessione dai cadetti lo scorso anno, è in questi giorni impegnata nei play off di Lega Pro per cercare di tornare in Serie B. E’ il capitano Alessandro Ranellucci, arcigno difensore classe 1983, nato e cresciuto a Maenza fino a quando, borsone a tracollo è partito per coltivare il sogno (realizzato) di giocare al calcio per professione. Addirittura, lui che per ruolo i gol non li deve far segnare agli attanti avversari, domenica si è tolto lo sfizio di segnare un rete, quella del 3-0 contro il Feralpi Salò che è valso l’accesso alla doppia sfida contro il Savona. Eppure, il 4 maggio, durante l’ultima giornata di campionato, ad un certo punto la Pro Vercelli è stata prima ad un passo dal passaggio diretto in Serie B che poi è andato alla Virtus Entella.
E’ lo stesso Alessandro a confidarci quei momenti di trepidazione:
A fine primo tempo nopi vincevamo con la Carrarese e la Virtus Entella era sotto con la Cremonese. Poi Entella ha ribaltato e siamo passati dal primo al secondo posto per un punto restando con l’amaro in bocca.
Ci avevamo creduto in quanto la Virtus Entella nel finale di stagione era in flessione. A cinque partite dalla fine eravamo a nove punti e li abbiamo recuperati quasi tutti. Alla penultima, abbiamo vinto in casa loro e ci siamo portati ad un punto. Peccato davvero.
Quindi avete iniziato i play off. Spareggi che quest’anno sono lunghi e con uno strano regolamento:
Si, sono tante partite e le regole che premiano poco le squadre meglio classificate. In caso di doppio pareggio infatti, non passa la meglio classificata ma ci sono i rigori. I rigori, una lotteria, che rischia di danneggiare chi durante un anno intero ha fatto quindici punti in più.
Tornare in serie B cosa significherebbe
Sarebbe una soddisfazione ulteriore dopo la promozione di due anni fa. Non sarà facile perché nei play off ci sono quadre agguerrite e competitive ma ci proviamo
Domenica, dopo la doppietta di Marchi è arrivata la gioia personale con il gol del 3-0
Si, su calcio d’angolo ho preso bene il tempo per la torsione di testa e ho segnato. Un gol che mi mancava dallo scorso campionato. Quest’anno è il primo, spero non l’ultimo.
La dedica dopo il gol:
Alla mia famiglia
I gol nella tua carriera, il più importante:
Una decina in totale. Il più importante in serie D con il Melfi perché valse la promozione
Il mister cui sei rimasto più affezionato:
Il rapporto con Braghin è stato davvero eccezionale. un rapporto molto importante durato due anni mezzo sul campo, dalla serie C2 alla C1 e in serie B.
L’avversario più forte che ti sei trovato davanti
In B Maccarone, Tavano, Caracciolo, per citarne alcuni. Il top è stato in Coppa Italia, contro la Juve, dalla mia parte avevo Nedved e Bojinov.
I consigli ad un ragazzo che vuole fare del calcio la sua professione:
Innanzitutto il calcio deve piacerti visceralmente. Se ti piace come sport devi continuare e non mollare mai. Richiede tanto sacrificio negli allenamenti e nella vita. Passi anche momenti assai difficili ed è lì che esce fuori la forza caratteriale che insieme a impegno e costanza, sono doti fondamentali.
Che cosa vuol dire essere il capitano della Pro Vercelli
E’ una bella sensazione e ci tango molto. Sono arrivato a Vercelli quattro anni fa in Seconda Divisione. Abbiamo ottenuto tre promozioni e qui mi trovo benissimo. Anche lo scorso anno cominciai capitano, poi ci furono dei problemi al girone di ritorno e la fascia mi venne tolta. La cosa mi ha urtato ma quest’anno la fascia è di nuovo sul mio braccio ed è una responsabilità e un orgoglio cui tengo tanto.
Il prossimo anno? Ci sono possibilità che il destino di Ranellucci si colori di nerazzurro
Sto pensando all’attuale stagione. L’obiettivo conta troppo per pensare ad altro. Vediamo prima come finisce questa stagione e poi parlerò con la società. Dipenderà dai loro programmi, io posso dire che ho ancora un anno di contratto. Per quanto riguarda il Latina, c’è stato un momento in cui ci ho pensato e pure sperato. Poi però state fatte altre scelte. A volte dipende dalle situazioni e chissà in futuro.
Cosa dirai ai tuoi compagni per caricarli
Non molto. Quest’anno abbiamo uno spogliatoio molto forte con giocatori che hanno militato in Serie A e B. Ho imparato io da loro e nelle partite a certi livelli come quelle che ci aspettano, non serve una carica particolare perché si caricano da sole.
Riti scaramantici?
No niente in particolare, tranne tre segni della croce mentre entro in campo.
Come prepari una partita
La vivo con i compagni con concentrazione e serenità. Ma senza esasperazioni. Caricare troppo può fare male perché sprechi troppe energie mentali
E’ probabilmente quella di quest’anno la tua stagione migliore. Migliori invecchiando?
Maturo esperienza, la squadra sta girando tutta bene e fisicamente mi sento benissimo e mi sento sicuro
Il livello della Lega Pro quest’anno e che potrebbe accadere il prossimo anno con la Lega Pro unificata
Rispetto a due anni fa, trovo che il livello globale sia sceso. Causa l’assenza della retrocessioni tranne alcune squadre, le altre erano più abbordabili. Il prossimo anno, con una serie unica penso che l’asticella possa alzarsi. Ci saranno più investimenti e non avendo più il paracadute della Lega 2, per evitare la retrocessione tra i dilettanti, tutti allestiranno squadre competitive. Altro che under obbligatori, giocherà chi vale e chi merita.
A fine stagione ritorni a Maenza. Il legame con il tuo paese
Non lo vivo tanto da tanti anni perché sono andato via ragazzetto, ma è nel mio cuore. Ho la mia famiglia, i miei fratelli e pochi amici che sono amici per davvero. E poi c’è il Memorial per Stefano Suprano cui tengo tantissimo. Per il ragazzo che era, portato via da una malattia e per la sua famiglia. E’ un mio pensiero che porto avanti con amici fraterni da tanti anni. Conta tanto il Memorial in cui ricordiamo un ragazzo come noi cui ero molto affezionato.
A questo punto a cuore aperto, come ce lo ha aperto lui, facciamo un grande in bocca al lupo ad Alessandro Ranellucci, esempio impeccabile di professionalità e serietà applicata al calcio.
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