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Lettura: Aprilia, Carmen Porcelli: “Altro che urbanistica contrattata, troppe pose di prime pietre e zero opere”
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Attualità

Aprilia, Carmen Porcelli: “Altro che urbanistica contrattata, troppe pose di prime pietre e zero opere”

Ultimo aggiornamento: 24 Giugno 2014 10:42
Simone Di Giulio Pubblicato 22 Giugno 2014
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“Le risposte date dal vicesindaco, assessore all’Urbanistica del Comune di Aprilia, Franco Gabriele, non ci soddisfano; rispondiamo non per spirito di polemica, bensì per chiarire che le posizioni tra Sinistra ecologia e Libertà e quelle dell’amministrazione comunale sono distanti e siderali non per una mancata comprensione delle vicende urbanistiche dal punto di vista tecnico, ma per una diversa interpretazione e idea di come deve essere lo sviluppo urbanistico della città. Per questo ci sorprendono i toni trionfalistici del vicesindaco sull’urbanistica contrattata, nonché la sua tendenza a sminuire le maggiori cubature concesse ai privati”. Il capogruppo di Sinistra Ecologia e Libertà, Carmen Porcelli, replica alle affermazioni del vicesindaco Franco Gabriele il cui assessorato di competenza, l’urbanistica, è stato preso di mira in questi giorni per via delle polemiche sollevate sul cambio di destinazione d’uso in via Salieri, discusso nel corso della commissione urbanistica che è consultiva, ed altri interventi urbanistici passati in consiglio comunale e di altri che non vedranno invece mai un confronto tra le forze politiche cittadine poiché si tratta di percorsi che seguiranno altri iter. “Vorrei replicare punto per punto – asserisce in una nota stampa Carmen Porcelli, che oltre a Sel rappresenta anche le liste Rifondazione Comunista e Primavera Apriliana – perché il vicesindaco e i suoi tecnici sono stati molto meticolosi e poiché stiamo sugli atti, e al merito vorrei restare, ci terrei a replicare su ciascun punto messo in evidenza dall’assessore Franco Gabriele. Per quanto riguarda le linee guida per le presentazioni dei piani integrati il ragionamento fatto dal vicesindaco non funziona, perché queste le linee guida adottate dal consiglio comunale (con il solo voto contrario dell’opposizione di centrosinistra e di centrodestra) prevedono solamente pari utilità tra il privato e il pubblico in termini economici, mentre non si prevedono limiti di cubatura, tanto meno in ragione di quella attualmente esistente. Altrimenti non ci spiegheremmo perché per via Mascagni – l’ex Canebi per intenderci – questa amministrazione ha mandato in regione un progetto che prevedeva la demolizione degli edifici esistenti con una ricostruzione incrementata del 60%. Fortunatamente, come ci conferma il sindaco Terra, la Regione Lazio ha ridotto al 35% l’incremento delle cubature, ma alla collettività non è ancora chiaro cosa ne verrà, visto che nel progetto si prevedeva il rifacimento dei campetti vicino a Santa Maria Madre della Chiesa, quando sugli stessi ci stiamo realizzando l’asilo nido e la serra fotovoltaica entrambi finanziati con i Plus. Sempre per restare alle linee guida – continua il capogruppo di Sel – ricordiamo che quando fu approvato in consiglio comunale il Piano Integrato di Campoleone, il sindaco ci tenne a precisare che se fosse stato utilizzato lo strumento del Piano Casa in quell’area si potevano realizzare 75.000 metri cubi e senza compensazioni. Oggi invece, grazie al Piano Integrato i metri cubi saranno 98.000 con le compensazioni. Prendiamo per buona questa affermazione sul dato di partenza, dato quale ci riserviamo di nutrire comunque qualche dubbio, perché il piano Casa non sarebbe stato proprio così automatico come il sindaco ha lasciato intendere. Ci limitiamo ad osservare, che quando fu bocciato in commissione urbanistica una prima volta, il proponente offriva a titolo di compensazioni un istituto scolastico di due piani, diviso in otto aule attrezzate, tutto realizzato a suo esclusivo carico, la creazione di vie d’accesso, verde e parcheggi, un campo sportivo attrezzato polifunzionale dotato di spogliatoi e chiosco, una grande piazza collocata al centro del lotto. E non è tutto: veniva inoltre ceduto all’ente comunale un terreno di 1.100 metri quadrati da destinare alla futura costruzione del centro civico. Oggi, invece, cosa avremo in cambio? Un depuratore che il privato avrebbe dovuto comunque realizzare, essendo quella zona di Campoleone interessata dal Piano Integrato priva di fogne, e 1.100 nuovi abitanti, su un territorio occupato attualmente da circa 1093 anime. Un incremento del 100% dunque, con infrastrutture già inadeguate per la popolazione residente. E arriviamo anche al Piano integrato di Via Salieri. In realtà quello di via Salieri, rispetto ai precedenti, rappresenta una novità, poiché quell’area non fa parte delle aree inserite nella delibera di Consiglio 31/2010 quelle che, per capirci, quelle che rientravano ai sensi del Piano Casa, ovvero dove i privati potevano fare delle proposte di riqualificazione che a nostro giudizio mascherano semplici speculazioni immobiliari. Riguardo a questa zona va detta una cosa che qui finalmente abbiamo lo scudo del Piano regolatore generale, ma quello che ci sfugge – nonostante gli sforzi che compiamo per comprendere – non si capisce come mai ogni volta che si fa una proposta di cambio di destinazione urbanistica, come in questo caso da ospizio ad abitazioni, debba esserci necessariamente un incremento di cubatura a favore del promotore. Tutto ciò resta un mistero. Anche su questo punto – dice ancora il capogruppo Porcelli – abbiamo principalmente chiesto certezze sulle compensazioni, perché troppo spesso abbiamo visto, e anche nella scorsa campagna elettorale pose di prime pietre per la realizzazione di palazzetti dello sport, di centri civici, di asili nido donati dai privati: e dove sono oggi tutte queste opere? Ribadiamo quello che abbiamo detto in commissione: cosa se ne fa il comune di Aprilia di un locale commerciale di 400 metri quadrati quando ne possiede già svariati? Piuttosto si realizzi un’opera pubblica utile, come una pista ciclabile, purché si realizzi contemporaneamente e finisca anche prima dell’ultimazione delle nuove residenze. Per quanto riguarda l’ex Freddindustria quella zona, secondo il Piano Regolatore Generale ancora vigente, è una zona F2 Servizi Generali e il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, quale primo atto del suo mandato ha bloccato il Piano Casa su quelle aree, aree sulle quali invece il Comune di Aprilia ha avuto una differente interpretazione e sulle quali – conclude Carmen Porcelli – sarebbe stato invece necessario un Piano Integrato da discutere in consiglio comunale che, invece, quel Piano non lo ha proprio visto”.

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