Sconfitta dalle urne delle primarie, Paola Cacciotti non si è comunque sottratta già da subito ai microfoni, ma per capire meglio il suo stato d’animo post elettorale, partiamo dallo stato postato dalla stessa Cacciotti sui social network: “A prescindere dal risultato personale, quella delle primarie è stata una giornata importante per la politica del paese, contrariamente alle aspettative, i cittadini hanno dato senso alla democrazia partecipata e questo è un passo importante per quell’idea di rinnovamento che il PD di Maenza persegue da anni. Penso che una partecipazione così alta sia una rivincita della democrazia in senso generale che si contrappone a quello che troppo spesso è il distacco tra la gente e la politica”.
Passiamo quindi alle dichiarazioni raccolte a caldo con la Cacciotti che, da donna di partito, nonostante a microfoni spenti il suo entourage abbia lamentato una sorta di abbandono specialmente nei giorni immediatamente precedenti le votazioni, sottolineano ed esaltano la partecipazione incoraggiante dei votanti:
“Proprio quello della ricerca di una grande partecipazione è stato il motivo che mi ha spinto ad accettare la sfida delle primarie. Sapevo di partire sconfitta, potendo contare sicuri su dieci voti ma la ricerca della partecipazione è stato sempre uno dei miei obiettivi anche nel cammino da segretaria del Pd”.
Veniamo quindi alla nota riflessiva sul post risultato che la Cacciotti disamina con la pacatezza e la lucidità che la contraddistingue non senza lasciare aperti alcuni spiragli là dove sembra chiudere la porta:
“La conclusione di questa bagarre elettorale, a livello personale, apre una fase di riflessione. Non è tempo e nemmeno sarebbe giusto o onesto parlare subito di propositi. Non è stato fatto nessun tipo di percorso sul dopo. Ci siamo preparati alle primarie mettendo in prima linea la partecipazione, ma per il dopo, qualora per me ci dovesse essere, è tutto da vedere, tutto da pianificare. Siamo partiti con una coalizione aperta anche ad altre possibilità come società civile sia come altri gruppi che potrebbero riconoscersi in un programma che in questa prima parte è stato delineato solo in grandi linee e sul quale bisognerà invece ragionare. I due percorsi paralleli fatti da me e da Sperduti ci porteranno adesso ad una sintesi anche tra due modi diversi di approccio che abbiamo avuto. Quello proposto da Claudio è stato una sorta di prodotto programmatico già finito o quasi. Io ho cercato più di avviare dei processi attraverso la programmazione di quelle che sarebbero potute essere le aree di sviluppo senza dare delle soluzioni immediate fermo restando che queste soluzioni non avrebbero neppure avuto possibilità di essere verificate se non più avanti. La mia scelta si spiega anche in una sorta di rispetto verso chi dopo, nel caso di mia vittoria, sarebbe dovuto venire a formare la lista partecipando alla realizzazione di un programma. Delineate le aree di intervento avevo quindi lasciato aperti margini per le proposte delle altre parti alleate. Attendo la composizione definitiva della coalizione e della lista visto che anche su questo, avevamo tracciato delle linee generali lasciando da parte conclusioni definitive”.


