Il caso delle amministrative del Comune di Roccagorga finisce sul tavolo della segreteria nazionale del Partito Democratico: nel pomeriggio di ieri, sabato 15 febbraio, Francesco Scacchetti (candidato alle Primarie da una parte consistente del partito) ha consegnato presso la segreteria nazionale un documento contenente la richiesta fatta a norma di Statuto, secondo quanto stabilito dal Regolamento quadro nazionale dall’Art.2 all’Art.4, in cui si prevede che per richiedere le Primarie serve il 30% delle firme degli iscritti nell’anno precedente a quello corrente (norma non modificata dallo Statuto regionale). A Roccagorga quel documento è stato con il 37% di iscritti-sottoscrittori fra gli aventi diritto. Scacchetti ha inoltre consegnato all’interno del faldone una sottoscrizione di oltre 500 cittadini-elettori che hanno firmato un appello a Renzi per far celebrare le Primarie. L’appello è stato sottoscritto da tanti iscritti del Partito, un assessore del Pd, un consigliere di maggioranza del Pd, un gruppo ampio di dirigenti del Partito alleato di SEL e tanti cittadini-elettori che già si erano registrati all’albo del Partito Democratico nelle scorse primarie organizzate dai democratici. Sulla situazione rocchigiana è intervenuto proprio Francesco Scacchetti, che ha spiegato: “Viviamo in un momento storico nel quale si stanno contrapponendo in tutti i settori della società due visioni della realtà e del futuro diametralmente opposte: conservazione e innovazione. Penso che il Partito Democratico, con il voto delle Primarie abbia delineato senza se e senza ma quale delle due prospettive intraprendere, e che sia doveroso restare coerenti a quanto detto. Nel dibattito generale non ho mai pensato che innovare significasse sostituire aprioristicamente il vecchio con il nuovo, ma allo stesso tempo mi viene difficile comprendere perché in molti continuano a parlare di futuro attraverso quelle stesse logiche che tanto ci hanno danneggiato nel passato. Credo che innovare significhi prendere il nostro bagaglio culturale e rimetterlo costantemente in discussione, portarlo verso nuove strade, aprirlo al confronto pubblico e coinvolgere il più alto numero di persone possibili. La politica è fatta dalle persone, è delle persone. Carla Amici – ha concluso Scacchetti – ha il diritto di difendere il suo operato, ma se nel rispetto dei procedimenti preposti si è alzata una richiesta di confronto, se a sostenere questa richiesta di confronto ci sono anche membri della sua maggioranza, è evidente che la decisione debba passare attraverso una consultazione aperta, e che la decisione non può essere liquidata con una nota di partito. È alquanto particolare pensare che in una piccola comunità come Roccagorga si vogliano ignorare inoltre 500 firme, pari al 10% dell’intera popolazione, quando in Italia, per organizzare un referendum ne occorrono appena l’1%”.
Simone Di Giulio






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