“Il susseguirsi di notizie sulla stampa dell’attenzione di magistratura e Nipaf sul piano particolareggiato di Borgo Piave e l’interpretazione estremamente rigida applicata dall’amministrazione comunale di Latina della nuova disciplina urbanistica voluta dalla Polverini che esclude il consiglio e le commissioni dal dibattito per l’approvazione dei piani urbanistici in variante ci impongono di fare una riflessione in merito a quanto sta avvenendo”. Cosi Giorgio De Marchis, capogruppo del Partito democratico, sulla revisione dei piani particolareggiati partendo da quello che sta avendo più problemi, ovvero Borgo Piave che, come denunciato dal Pd, ha visto una profonda modificazione di quello che era impatto territoriale del vecchio piano anche se questo non è avvenuto in variante cioè non ha modificato le volumetrie. “Tuttavia ci sembra opportuno – continua De Marchis – sottolineare che le procedure adottate non possono continuare a escludere il dibattito politico nella sua complessità anche perché questa esclusione determina la diminuzione dei livelli minimi di trasparenza che consentono ai cittadini di seguire dibattito e le fasi successive. Proprio per questo siamo costretti a intervenire in maniera posticipata rispetto all’approvazione dei piani particolareggiati con una mozione che è l’unico strumento per materie di area urbanistica che ormai è di esclusiva competenza della giunta. In merito al piano particolareggiato di Borgo Piave – afferma ancora il capogruppo – ho presentato un’interrogazione per sapere dall’assessore Di Rubbo se gli standard previsti dal nuovo piano rispettano gli standard di verde pubblico e parcheggi previsti dalla disciplina e soprattutto per avere chiarimenti in merito al rispetto delle fasce frangivento e a tutte le operazioni che hanno riguardato le concessioni per realizzare parcheggi privati su terreni di proprietà pubblica. Dalle notizie che stiamo raccogliendo, infatti, e da un primo esame del piano approvato sembra che non tutte le fasce frangivento previste dalla normativa regionale siano state rispettate in materia di limiti e di distanza, e non sono chiare le motivazioni relative all’interesse pubblico che hanno portato il Comune a cedere il diritto di superficie su una propria area per 90 anni al fine di realizzare parcheggi ad aziende private. Perché – conclude Giorgio De Marchis – se è chiaro l’interesse privato in merito a queste vicende relative alla possibilità di ottenere il permesso di costruire, non è altrettanto chiaro l’interesse pubblico alla cessione. Per sgomberare il campo da dubbi e fare chiarezza abbiamo interrogato l’assessore Di Rubbo”.
Latina, De Marchis: “Piani particolareggiati, necessaria chiarezza”


