Potenza della Rete. Ormai ci si trova di tutto e di più. Priverno sembra essere diventato in questi ultimi tempi il centro dell’attenzione dei frequentatori dei social network. Face book, in particolare. E così apprendiamo in tempo reale del botta e risposta tra schieramenti e partiti politici, tra maggioranza e opposizione, tra sindaco e avversari del sindaco. Ma anche di interventi di cosiddetti comuni cittadini che si rivolgono al sindaco e/o agli amministratori spesso per problemi di spicciola quotidianità. Ma chi da tempo ha scelto di seguire i fatti – polemiche politiche comprese – per informarne i propri lettori, deve molto spesso, nella giornata, dare anche un’occhiata alla propria casella di posta elettronica. E così poco fa abbiamo trovato un comunicato del sindaco Angelo Delogu (Sel) che ribatte alle esternazioni del consigliere di opposizione Angelo Galli (“Priverno nel futuro”) a proposito dell’ordinanza del Tribunale di Latina circa la decadenza da consigliere comunale di Paolo Picozza (Pd), cui dovrebbe subentrare il primo dei non eletti, Guglielmo Pelagalli. Delogu inizia il suo intervento con una punta di ironia, sottolineando che, secondo Galli, “tutto il Consiglio comunale di Priverno dovrebbe dimettersi in massa (sic!), tranne un unico componente: Angelo Galli; il quale, dunque, giocherebbe in questo caso il ruolo della classica eccezione che conferma la regola”. Galli aveva, in verità, dichiarato che sarebbe stato necessario convocare un Consiglio comunale ad hoc e in quella sede sarebbero emerse “tutte le conseguenze del caso, ovvero che il Tribunale ha delegittimato questo Consiglio comunale al rilievo che solo il sottoscritto ha votato attenendosi alle prescrizioni di legge”. Ma la cosa curiosa – secondo Delogu – è che, per quante volte la si sia letta e riletta, nell’ordinanza non si rinviene alcuna seppur minima traccia delle “perentorie affermazioni” del consigliere Galli. Non si parla di “violazione di legge”, di “eccesso di potere”, di “violazione del principio di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione”. In nessun passaggio della motivazione si mette in dubbio la legittimità del Consiglio comunale o dei suoi atti. Ci si limita – insiste il sindaco privernate – a riconoscere il diritto soggettivo del primo dei non eletti, Guglielmo Pelagalli, a vedersi reintegrare in un Consiglio pienamente legittimo. Il Comune di Priverno, tra l’altro, “non è stato chiamato a rispondere di alcun danno”.
Mario Giorgi

