Tommaso De Paolis torna all’attacco sulla questione degli scavi archeologici di Mezzagosto, dove si presume fosse ubicata la Privernum romana. E lo fa alla luce della situazione in cui versa in questi giorni la zona archeologica, con tanto di documentazione fotografica. Sentiamolo: “In data 26 luglio 2013 il Comune di Priverno definiva, in via bonaria, la controversia sorta nel 2008 (ai tempi dell’amministrazione Macci NdR) con la ditta aggiudicatrice dell’appalto per la realizzazione del Parco archeologico “Privernum”, sottoscrivendo con la medesima una scrittura privata di transazione”. Nello specifico – ricorda De Paolis – veniva stabilito che la ditta incaricata dei lavori si impegnava alla riconsegna delle aree di cantiere all’Ente “libere da mezzi d’opera e cose, in condizioni di fruibilità”. Non è dato sapere entro quale data ciò dovesse avvenire, sottolinea De Paolis nella sua dichiarazione. Di contro, il Comune di Priverno avrebbe “versato all’impresa, che accettava, la somma di 157mila euro circa per il pagamento del tredicesimo stato di avanzamento dei lavori”. Ora, la domanda che si pone il giovane fustigatore privernate è estremamente semplice: “Se con il 95% del progetto già realizzato per un appalto dei lavori aggiudicato per un importo di oltre 3,5 miliardi di vecchie lire, l’antica colonia romana di Privernum non ha trovato “riparo” dalle precipitazioni stagionali, può una transazione mettere in sicurezza i reperti archeologici riportati alla luce?”. A chi di dovere l’ardua risposta.
Mario Giorgi


