C’erano una volta a Priverno le isole ecologiche. O, forse, molti cittadini hanno creduto che ci fossero, perché, in realtà, non sempre e non tutte hanno funzionato fin dalla loro installazione. Non è nostra intenzione tornare sulle polemiche che scaturirono dalla decisione della Giunta Macci di dotare la città lepina di un servizio che, come detto, non ha mai funzionato come si pensava dovesse funzionare. Né, tanto meno, sui cambiamenti strutturali apportati in alcuni angoli caratteristici della città. In ogni caso, da un po’ di tempo molte di esse sono state “isolate” con nastro bianco e rosso. Come a dire, cari cittadini non funzionano e, perciò, non usatele. Ora abbiamo una nuova segnalazione. Arriva da una cittadina che ha documentato con tanto di fotografie l’impianto realizzato all’inizio della provinciale di San Martino nella zona di osteria dei Pignatari. Questo il suo intervento: “Da qualche giorno vediamo riemergere cassonetti dovunque. I motivi non li conosco, ma voglio pensare che se è stata presa questa decisione un buon motivo ci sarà, però voglio dire la mia. Io ce l’ho davanti agli occhi a tutte le ore. Fino a qualche giorno fa si vedeva e si sentiva l’odore (la cittadina in questione ha voluto usare un eufemismo! Ndr) della spazzatura dell’umido gettata a terra, perché il cassonetto era troppo pieno o le buste erano troppo grandi. Con grande gioia di cani e topi. Adesso si vede e si sente di tutto, ma è solo una delle conseguenze, perché la “differenziata” è sparita: nel cassonetto del vetro, ad esempio, c’era di tutto. La cosa che più mi lascia perplessa è il posizionamento degli stessi cassonetti: guardate voi e valutate se rappresentano un pericolo o meno per una strada transitata come quella di San Martino”. Come da premessa, evitiamo ogni commento. Ma attendiamo fiduciosi che qualcuno (amministratori vecchi e/o nuovi, società incaricata della raccolta Rsu o chi altri di competenza) diano una risposta ai cittadini privernati.
Mario Giorgi

