In questi giorni stanno arrivando nelle case dei cittadini di Sonnino le cartelle della Tares, il nuovo tributo sui rifiuti. La Tares – ha detto Gianni Celani, assessore al Bilancio, in una sorta di lettera aperta ai cittadini – sostituisce per quest’anno la vecchia tassa sui rifiuti, la Tarsu. La differenza tra le due tasse “è enorme e tutti ci stiamo rendendo conto di ciò dagli avvisi di pagamento. Infatti, mentre la vecchia tassa si calcolava in base ai metri quadrati, il nuovo tributo sui rifiuti tiene conto anche dei componenti familiari. Secondo la legge, con la nuova tassa più il nucleo familiare è numeroso e più si paga”. Il tutto è calcolato attraverso dei coefficienti stabiliti dalla Legge, che ha l’obiettivo di arrivare a coprire il 100% dei costi del servizio dei rifiuti. Praticamente, se il Comune “spende un milione di euro per i rifiuti, con l’entrata in vigore della Tares, per volontà del governo Monti, i Comuni sono costretti a chiedere ai cittadini un milione di euro di tasse per coprire le spese del servizio! Così, mentre fino al 2010 la tassa sui rifiuti copriva il 70% dei costi (e quindi era più bassa per i cittadini), ora la copertura è passata al 100%. In più bisogna aggiungere che la Tares comprende anche un ulteriore tributo, che prima non c’era, di 30 centesimi a metro quadrato, pagato per i servizi indivisibili (illuminazione pubblica, manutenzione strade, ecc..)”. Celani ci tiene a precisare che “tutti i 30 centesimi a mq che pagano i cittadini, vanno allo Stato e non ai Comuni”. Ecco perché la Tares è, quasi per tutti, più alta rispetto a quello che si pagava l’anno scorso o, ancora di più, due anni fa con la Tarsu. “Abbiamo fatto operazioni dovute, obbligati dalla legge, passando dalla Tarsu alla Tares, guardando però alla realtà che ci circonda”. Perché – sottolinea l’assessore al Bilancio – applicando senza riflessione i coefficienti previsti per legge, “avremmo ridotto le famiglie numerose sul lastrico e fatto abbassare la saracinesca a bar, ristoranti, pizzerie e finanche a negozi di alimentari di piccole e medie dimensioni”. E così sono stati adottati dei coefficienti in modo tale da “non gravare più del dovuto sulle famiglie e su alcune attività commerciali. Abbiamo fatto il possibile per evitare un salasso che, come in altri Comuni anche a noi vicini, sarebbe stato ancora più grande”.
Mario Giorgi


