Tutto risolto per i dipendenti della sede di Sezze scalo della ex Estrusione Italia? Niente affatto. A confermare la triste realtà sono proprio alcuni degli ex dipendenti dell’azienda che si occupa di profilati d’alluminio, rilevata lo scorso anno dalla Allit Spa, che in una nota prendono spunto da una notizia pubblicata dalla stampa locale lo scorso 15 novembre in cui si parlava di un incontro tenutosi a Roma alla presenza dell’assessore provinciale Silvio D’Arco: “Purtroppo la situazione non è così rosea come traspare dall’articolo in questione, che parla del reinserimento di 80 unità lavorative all’interno della nuova azienda. La metà degli ex dipendenti, 40 su un totale di 80, sono ancora in attesa di un contatto da parte dei nuovi proprietari dello stabilimento e tuttora si trovano in mobilità per periodi variabili a seconda dell’anzianità di servizio. Per molti questo periodo si concluderà nel 2014 e da parte delle istituzioni preposte, Comune di Sezze e Provincia che all’inizio sembravano molto interessate alla nostra situazione, non vediamo una pressione concreta nei riguardi della Allit per tenere fede agli accordi firmati, prima di prendere possesso della struttura di Sezze scalo, che prevedevano il reinserimento di tutto il personale della ex Estrusione Italia, accordi sottoscritti e garantiti da tutte le sigle sindacali. Sappiamo benissimo che il comparto industriale pontino attraversa un momento delicatissimo, acuito dalla crisi economica, ma ciò non sfama né tranquillizza le famiglie di quaranta lavoratori, tra impiegati e operai, che vedono nerissimo il loro futuro umano e professionale”. L’invito a D’Arco e agli amministratori locali che si sono interessati alla questione è quindi d’obbligo: “Chiediamo alle istituzioni preposte un intervento immediato soprattutto alla luce degli accordi firmati e delle promesse fatte in diversi periodi dal 2012 ad oggi. E soprattutto chiediamo che non si speculi sui numeri, perché una lettura superficiale di quel comunicato fa pensare che la situazione sia risolta per i lavoratori e ci si debba soltanto preoccupare per i costi di affitto in carico alla Allit Spa. In realtà – conclude la nota – prima si dovrebbe pensare ai 40 dipendenti di Sezze, Priverno, Latina e Cisterna che ancora sono in attesa di tornare a lavorare e di riguadagnare la propria dignità”. I dipendenti non hanno escluso la possibilità di organizzare un incontro pubblico in cui siano coinvolti i personaggi dell’ennesima triste storia occupazionale di questa provincia.
Simone Di Giulio


