Settimana di fuoco la prima di novembre per l’amministrazione comunale di Sezze, alle prese con problemi di varia natura che potrebbero incidere sul proprio equilibrio interno. Prima il passaggio di Roberto Reginaldi dalla maggioranza all’opposizione (da Alleanza per l’Italia a Forza Nuova), poi il Bilancio della Servizi Pubblici Locali nei guai e, probabilmente come conseguenza, le dimissioni da presidente della Commissione Gestione delle Risorse del consigliere del Partito Democratico Giovanni Bernasconi. Se a questo uniamo la maretta dovuta alle ipotesi di rimpasto in giunta chiesta dall’Udc ci troviamo di fronte ad una situazione particolarmente delicata. Per questi motivi diventa fondamentale la prima settimana di novembre, in cui sono stati convocati la bellezza di 3 consigli comunali. Si parte martedì 5 novembre con un unico punto all’ordine del giorno: il riassetto delle commissioni consiliari. Tre di queste sono rimaste senza presidente: la Commissione Trasparenza, dove dopo le dimissioni irrevocabili di Antonio Piccolo, il rifiuto di Zarra e l’impossibilità (da regolamento comunale) di dare l’incarico a Reginaldi, si è creato uno stallo difficile da superare. Poi c’è la Commissione Lavori Pubblici, senza presidente dopo le dimissioni di Reginaldi. Infine quella lasciata da Giovanni Bernasconi. Una commissione che diventa fondamentale a un mese dalla presentazione del Bilancio previsionale, prevista entro il 30 novembre. Due giorni dopo, giovedì 7 novembre, si torna in aula per il question time, che vedrà ancora una volta scatenato Roberto Reginaldi, che ha già presentato 3 interrogazioni (una sulla situazione dell’area antistante la ex Cirio, un’altra sulla prassi per i componenti della commissione esaminatrice, l’ultima sulla situazione di un marciapiede a Sezze scalo). Infine il 9 novembre un altro consiglio comunale con ancora un solo punto all’ordine del giorno: quello delle prospettive e dei contenuti del progetto della Casa Salute a Sezze. In questa occasione sarà presente il consigliere regionale del Partito Democratico Enrico Forte.
Simone Di Giulio


