Come gli altri paesi dei Monti Lepini, Roccagorga, ha origini molto antiche e da ciò trae la motivazione del suo fascino. A testimoniarlo sono i numerosi reperti archeologici rinvenuti sul suo territorio, che oggi trovano ospitalità in musei setini, privernati, ma anche romani. Tanti sono i siti dislocati su tutta la zona della campagna circostante il paese. Vari scavi hanno portato alla luce testimonianze di civiltà neolitiche, dell’età del ferro, dell’epoca romana, fino al medioevo. Si tratta di antiche mura, ponti, cisterne, acquedotti, tombe e capanne e ville e monasteri. Sono stati rinvenuti utensili in selce e in ossidiana, presumibilmente del periodo neolitico. Anche il centro cittadino è ricco di antiche sorprese, con mura romane ormai coperte da altre costruzioni, vecchie chiesette e torri nascoste dalle moderne abitazioni. I siti, di cui ci racconta Giancarlo Fois, autore di un censimento negli anni ’80 ed esperto conoscitore del territorio, sono abbandonati a se stessi, ormai in preda alla natura, alle intemperie e anche a qualche discarica abusiva. Un patrimonio artistico e culturale di immenso valore sventrato e sottovalutato dalla miopia delle amministrazioni che negli anni si sono succedute. Anche a Roccagorga però, a rovinare tutto, nel corso degli anni ci si sono messe la mancanza di giusta attenzione e pochi, spesso mal mitrati, investimenti economici per la rivalorizzazione. Motivo per il quale, rispondere alla domanda perché in vacanza a Roccagorga è oggi difficile. Eppure, per gli appassionati della montagna e dei percorsi naturalistici il territorio rocchigiano offre paesaggi suggestivi (anche se martoriati da continui incendi). L’eremo di S. Erasmo, luogo di storia e tradizione per i cittadini, è oggi di facile accesso grazie alla realizzazione della strada che porta fino all’ostello. Arrivati in cima si può visitare la piccola chiesa da poco ristrutturata, o assaporare acqua freschissima che sgorga dalla sorgente. L’eremo è il punto di partenza per salire fino al monte Pizzone, cima più alta della montagna. Si raggiunge a piedi, preferibilmente accompagnati da una guida del posto che conosca i sentieri. Degna di apprezzamento anche la collina di S. Angelo dove sono ben visibili le rovine di una antica chiesa, così come meriterebbe una visita ciò che resta del monastero in località Asprano. All’interno sono ormai poco visibili affreschi di un certo interesse artistico. Le campagne offrono una varietà incredibile di piante e fiori. Dalle erbe di campo anche commestibili, alle monete del papa, fino a diverse tipologie di orchidee autoctone. Ritornando al centro storico vale la pena di visitare l’Etnomuseo. Un museo etnografico situato nel palazzo baronale in cui è raccontata la storia di Roccagorga e della sua gente. Ricostruzione fedele di ambienti domestici o di campagna, attrezzi da lavoro, studi sulla conformazione della popolazione. E poi la stanza dell’eccidio ed il vecchio cinema. Un curioso e divertente tragitto attraverso la cultura di Roccagorga, dai soprannomi ai fatti storici più importanti. Sempre all’interno del palazzo baronale è ubicato anche l’ostello comunale, gestito dalla Pro Loco che consente di pernottare a prezzi ragionevoli in una struttura accogliente e particolarissima. Numerose anche le chiese e chiesette tra le quali spicca il tempietto barocco di S. Antonio situato all’ingresso del paese. Il tutto posizionato intorno alla centrale piazza, bella e affascinante, che rappresenta il vero cuore del paese.
L.M.


