La manovra di stabilità appena varata dal governo Letta sembra tranquillizzare i mercati, ma mette in allarme i sindacati, soprattutto la Uil che si è detta pronta, per bocca del segretario generale Luigi Angeletti, a proteste molto forti e all’eventuale sciopero contro le misure che riguardano il pubblico impiego, il blocco dei contratti, il turnover, il taglio degli straordinari e le misure sulla liquidazione. Oltre alla Uil, però, anche la Cgil non ha escluso lo sciopero generale, come traspare dalle parole di Susanna Camusso: “Con la Cisl e la Uil abbiamo una piattaforma unitaria, nelle prossime ore vedremo come trasformare una mobilitazione in tutte le forme utili a sostenere la nostra piattaforma. Il nostro problema è che questa legge di stabilità bisogna cambiarla e quindi nelle prossime ore decideremo tutte le cose utili a questo fine. Il dispositivo – conclude il leader Cgil – smentisce le promesse fatte in queste settimane da molti ministri e dal Governo”. Il più duro tra i leader sindacali resta, comunque, Angeletti: “Il governo aveva detto basta ai tagli lineari. Cosa c’è invece di più lineare che bloccare la contrattazione? Colpisce tutti i lavoratori dipendenti, qualsiasi lavoro facciano, qualunque importanza abbia il loro lavoro per la vita dei cittadini. Una simbolica riduzione delle tasse corrisponderà ad una ripresa solo simbolica e l’unica cosa reale sarà un ulteriore aumento della disoccupazione. Nel 2014 noi continueremo ad essere il peggior paese dell’Ocse per la crescita e per l’occupazione, aumentando anche il divario rispetto agli altri”. Sulle nuove iniziative del Governo, presentate nella serata di ieri da Letta, Alfano e il ministro Saccomani, è intervenuto anche il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, secondo il quale “i passi sarebbero anche nella direzione giusta, ma ancora una volta sono passi non sufficienti a far ritrovare la crescita: spero si possa intervenire ulteriormente e fare qualcosa di più. La legge non incide realmente sul costo del lavoro: noi avevamo indicato come priorità assoluta il taglio del cuneo fiscale”.