“Macellum. Ovvero il valzer dell’Orazio”, il monologo ideato e interpretato da Titta Ceccano, con le musiche in scena di Roberto Caetani e la regia di Julia Borretti della Compagnia Matutateatro di Sezze, si è aggiudicato lo scorso fine settimana il Premio della critica Teatro Rossini/Gioia del Colle al Festival le Voci dell’Anima con la seguente motivazione: “Energia e parola, rumori metallici e sonorità si incontrano con precisione in un purgatorio che non è più inferno e non diventa mai paradiso. L’attore, riportando alla luce della scena alcuni frammenti del dialetto, dimostra che il teatro narrativo è una strada che si può esplorare e che non smette mai di stupire”. Dopo questo importante riconoscimento lo spettacolo andrà in scena a Roma da martedì 29 ottobre a domenica 3 novembre nella Sala di via dei Filippini del Teatro dell’Orologio, da poco intitolata a Mario Moretti, il compianto direttore dello storico teatro romano. Liberamente tratto da un testo di Heiner Muller, lo spettacolo è il racconto di un massacro che è tra i miti di fondazione della nostra società occidentale. Nella piana di Alba Longa, per non infiacchire le forze di Romani ed Albani di fronte al comune nemico etrusco, estratti a sorte, si scontrano in rappresentanza di tutti e due gli eserciti, tre Orazi contro tre Curiazi. L’ultimo Orazio dopo aver ucciso l’ultimo Curiazio, rientra a Roma ed uccide anche sua sorella, promessa sposa del Curiazio ucciso, la quale non accetta di aver perduto il suo amore. A questo punto a Roma si apre un dibattito: l’Orazio dovrà essere acclamato come vincitore o punito come assassino?
Lo spettacolo, che riflette sul bene e sul male che possono albergare in un solo individuo e sul valore delle parole, è un’occasione per riflettere sulle molte verità che un uomo può contenere, sul senso del privato di fronte alla Storia e sull’odierna difficoltà a salvaguardare l’integrità del linguaggio. Titta Ceccano nei panni di un macellaio sui generis, aiutandosi con manichini e coltelli come in un gioco al massacro, porta avanti il racconto della tragedia utilizzando il proprio dialetto e moltiplicandosi in tutti i personaggi della vicenda: “Per parlare dell’oggi – racconta l’attore – ho dovuto riappropriarmi del testo e l’ho fatto con un lavoro sulla lingua, in rapporto con il mio dialetto, trasportando il testo di Muller in una dimensione del tutto particolare, in stretta connessione con le mie origini. In scena sono una specie di cronista sul luogo della tragedia pronto a prendere i panni di tutti i personaggi e ad ascoltarli, ma poi anche epicamente a distaccarsene”.
“La regia – spiega Julia Borretti – è improntata ad ottenere precisione e potenza dall’attore e dal musicista (questi è una sorta di coro invisibile che duetta con la parola) in modo da vivificare in immagini e rendere presente un fatto di cronaca lontano nel tempo. Le luci che ricordano quelle di un museo hanno l’ambizione di collocare il racconto su una tela barocca”.
Lo spettacolo sarà in scena dal 29 ottobre al 3 novembre 2013 al Teatro dell’Orologio – Sala Mario Moretti, in via dei Filippini, 17/a Roma
Botteghino 066875550 info@teatrorologio.it