“L’Ufficio di Procura Antidoping ha disposto il deferimento di Danilo Di Luca (tesserato Fci) alla Seconda Sezione del Tribunale Nazionale Antidoping del Coni per il riconoscimento della responsabilità in ordine alla violazione dell’art. 2.1. del Codice Wada in relazione alla positività per presenza di Eritropoietina ricombinante riscontrata in occasione del controllo antidoping disposto fuori competizione dall’Unione Ciclistica Internazionale (Uci) in data 29 aprile 2013, con richiesta di squalifica a vita, attesa la seconda violazione della normativa antidoping Wada, nonchè l’invalidazione dei risultati agonistici conseguiti successivamente al prelievo biologico di che trattasi”. Richiesta durissima quella della procura antidoping del Coni, guidata da Tammaro Maiello, che ha deferito oggi al Tribunale nazionale il ciclista Danilo Di Luca. Il 37enne abruzzese fu trovato positivo ad un test nel corso dell’ultimo Giro d’Italia, ma ad aggravare la sua situazione c’è la recidività. Di Luca, infatti, era già stato squalificato due volte: nel 2007, anno in cui vinse il Giro, per il coinvolgimento nell’inchiesta Oil for Drugs e nel 2009 per la positività all’Epo-Cera proprio al Giro.