È un noir distopico con cui le Edizioni del Capricorno inaugurano la collana per questo genere di libri, un progetto, precisano gli stessi editori, che si propone di diventare “il catalizzatore della nuova scuola noir italiana portando alla luce il lato nascosto e inquietante dell’Italia, anzi, delle tante italie di ieri, di oggi, di domani”. Scritto da Niccolò Zancan con un linguaggio asciutto, concreto, senza fronzoli, che va dritto al punto con un ritmo folgorante. È ambientato a Torino, assediata da un caldo insostenibile, con asfalto rovente e un livello di inquinamento fuori controllo, La città è in uno stato di tensione t perenne, tra rivolte urbane e un’autorità che sorveglia con droni. Ruben Riccardo Rivolta riceve l’incarico di ritrovare Salima El Maleh detta Habibi, una giovane e seducente performer del dark web, scomparsa nel nulla. Ad affiancarlo c’è Vale, la sua assistente, enigmatica e affascinante , tra audacia e riservatezza. La ricerca, inizialmente semplice, si trasforma presto in un vortice di violenza urbana: pestaggi, esplosioni e rivolte.
Un governo autoritario ricorre alle armi chimiche per soffocare il dissenso e alles quadre speciali della polizia in borghese a sorvegliare la città in fiamme. Tecniche pervasive di sorveglianza controllano gli abitanti, che vivono nel terrore di uno stato d’assedio permanente. In particolare. l’autore descrive una società dove strumenti tradizionali di mediazione (stampa, sindacati, scuola), sono m screditati: restano egoismo, solitudine e violenza come risposta alla crisi collettiva. Per lui, il noir diventa uno strumento per narrare l’intimo e il sociale, mischiando incubo e sogno in un libro che anticipa i pericoli di un futuro prossimo. La sua prosa mescola toni noir crudi, alla Hammet o Ellroy, e riferimenti alla violenza contemporanea urbana stile Tarantino, senza dimenticare un’efficace vena distopica chiaramente evocativa delle opere di Jean-Claude Izzo. Il romanzo va oltre i generi convenzionali, demolendo i confini tra noir, distopia e thriller urbano. Circa la sua “estetica”, è segnato da “designed edges”, ossia i bordi delle sue pagine sono verniciati di nero.
Niccolò Zancan (Torino 1971), inviato speciale di “La Stampa”, nel 2014 ha vinto il Premiolino, uno dei più antichi e importanti premi giornalistici italiani, con un’inchiesta sul caso Stamina, e nel 2016 il Premio Mediterraneo con il romanzo “Ti mando un bacio”). Tra i suoi libri: “Dove finisce l’Italia. Viaggio sulla linea sottile dei nostri confini” e “Antologia degli sconfitti. Cronaca quasi poetica del presente”.
Roberto Campagna




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