Un tributo commovente è stato reso al Palazzo del Quirinale al 102enne Mario Ciavaglia di Cisterna, in occasione della prima Giornata degli internati italiani nei campi di concentramento tedeschi. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto onorare la memoria degli oltre 650.000 militari italiani che, dopo l’8 settembre 1943, si rifiutarono di collaborare con i nazisti e la Repubblica di Salò, subendo la deportazione e indicibili sofferenze.
Una storia di coraggio e sacrificio
Mario Ciavaglia, all’epoca Carabiniere, visse in prima persona gli eventi cruciali del 1943. Arrestato il 7 ottobre dello stesso anno, trascorse 18 mesi nei campi di prigionia di Klagenfurt e Selzthal, dove fu sottoposto a lavoro coatto. La sua storia, raccontata nel libro “Calce e Fiamma”, è stata celebrata durante la cerimonia, a cui Ciavaglia non ha potuto partecipare personalmente, delegando le figlie Luciana e Marina.
Il Presidente Mattarella ha sottolineato il debito che la libertà di cui godiamo oggi ha nei confronti del coraggio di questi uomini, che, “anche senza armi, hanno difeso la dignità e l’onore dell’Italia”.
Il sindaco di Cisterna, Valentino Mantini, ha espresso l’orgoglio della comunità per questo prestigioso riconoscimento, che aiuta a far conoscere un capitolo poco noto della storia italiana, come la deportazione dei Carabinieri, e a riflettere sull’assurdità di ogni guerra.


