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Mondoreale > Blog > Regione > ROMA | Lazio meridionale escluso dalla Zes unica, l’affondo della CGIL
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ROMA | Lazio meridionale escluso dalla Zes unica, l’affondo della CGIL

Ultimo aggiornamento: 5 Agosto 2025 15:31
Redazione Pubblicato 5 Agosto 2025
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La decisione del Consiglio dei Ministri di estendere la Zona Economica Speciale (ZES) anche alle Regioni Umbria e Marche conferma una deriva già avviata con la riforma entrata in vigore il 1° gennaio 2024: lo strumento nato per supportare particolari aree geografiche nello sviluppo sociale ed economico, è diventato ormai un bancomat, nella disponibilità del Governo, col quale, piuttosto che favorire politiche di crescita, si elargiscono prebende elettorali. 

Con la riforma entrata in vigore il 1° gennaio 2024, è stato di fatto snaturato un principio cardine, quello secondo cui aree circoscritte, con caratteristiche economiche e sociali differenti, dovrebbero adeguare il proprio sviluppo alle opportunità offerte da uno strumento pensato per rispondere in modo mirato e specifico ai loro bisogni. La nuova impostazione ha portato alla creazione di una Zona Economica Speciale unica per l’intero Sud Italia, un territorio vastissimo e fortemente eterogeneo — una scelta che appare più dettata da logiche elettorali che da una reale strategia di sviluppo. A livello internazionale non esistono esempi di ZES estese quanto quella del Mezzogiorno, che copre ben 123 mila chilometri quadrati. Più che rappresentare un punto di forza del modello italiano, questa dimensione eccessiva ne compromette l’efficacia, riducendone concretamente il potenziale attrattivo.

Il tema tocca da vicino il campo d’interesse della CGIL Frosinone Latina poiché mentre si continua ad allargare la “circoscrizione” dei beneficiari, tra le aree fondamentali con caratteristiche molto simili per contesto economico e produttivo a quello delle regioni meridionali che vengono escluse, c’è proprio il Lazio meridionale. Alla luce di tale esclusione, appare chiaro che la logica su cui si fonda il provvedimento è volta all’alimentare una competizione basata solo su scelte discrezionali di accesso ai benefici senza alcuna visione di politica economica ed industriale. 

 “Le province di Frosinone e Latina sono perfettamente inserite in un contesto produttivo che risponde alle caratteristiche a cui riferisce la Zes: ospitano filiere industriali strategiche, dalla farmaceutica all’automotive, fino all’agroalimentare. Negli ultimi anni hanno subito colpi durissimi a causa della volatilità dei mercati, delle carenze infrastrutturali e di misure come i dazi. L’esclusione dal sistema di benefici previsti dalla ZES, che invece circondano il nostro territorio, mette a rischio migliaia di posti di lavoro e la sopravvivenza di interi distretti produttivi” afferma il segretario generale CGIL Frosinone Latina Giuseppe Massafra. 

Serve un cambio di rotta: non servono strumenti “a pioggia” privi di strategia, ma politiche industriali solide, fondate su coerenza, visione e investimenti mirati. Il lavoro, la coesione sociale e la tenuta del sistema produttivo non possono essere sacrificati sull’altare del consenso elettorale.

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