Un percorso fatto di impegno e di tenacia si è concluso il 26 aprile con la cittadinanza onoraria concessa alla scrittrice brasiliana Elma Sant’Ana che ha dedicato la sua vita allo studio della rilevanza storica della figura di Menotti Garibaldi ed è stata l’ispiratrice del gemellaggio tra le città di Aprilia e Mostardas, portato a termine nel 1996 dalla giunta guidata da Gianni Cosmi. La cittadinanza onoraria è il più alto riconoscimento che un comune decide di concedere a personalità che si sono distinte per particolari meriti, per azioni, per opere di ingegno, attraverso le quali hanno portato lustro alla città. Questo evento reca un significato profondo che riconosce Aprilia terra di accoglienza e di sinergie che sottolineano il concetto contemporaneo di “patria” come luogo privilegiato dove le esperienze affettive, intellettuali e politiche trovano accoglienza. Grazie all’intercessione di Francesco Argondizzo, presidente del comitato per il gemellaggio, abbiamo incontrato Elma Sant’Ana prima del suo viaggio di ritorno e abbiamo potuto apprezzare la sua profonda umanità e la statura intellettuale che la contraddistingue.
Gentile Professoressa, siamo felici e orgogliosi di accoglierla come nostra concittadina. Dove nasce il suo grande interesse per la figura di Menotti Garibaldi e sua madre Anita?
Sono molto emozionata e onorata per questo titolo di cittadina onoraria. Durante la cerimonia ho realizzato di non essere più una semplice turista ma una cittadina di Aprilia e questa è una responsabilità molto grande. Lavoro a questo progetto da ben ventotto anni: una costruzione continua di amicizia, di conoscenza, di responsabilità, di lealtà alla figura storica, un impegno condiviso con un gruppo di donne e uomini, frutto del gemellaggio che mi ha permesso di diventare una cittadina apriliana.
Anita, l’eroina dei due mondi, è stata una donna speciale. Credo che sia stata proprio lei a condurla nella storia di Menotti…
Ho studiato molto questa donna meravigliosa del Rio Grande do Sul, la donna che sposò gli ideali della rivolta farroupilha (la rivolta degli straccioni) durante la quale conobbe Garibaldi e si legò indissolubilmente. Ho creato un gruppo di studio molto grande su Anita, più di cento donne in tutti questi anni. Quindi ho voluto saperne di più su suo figlio Menotti che nacque a Mostardas nel Rio Grande do Sul e con il quale scappò a soli dodici giorni dal parto, inseguita dalle truppe imperiali brasiliane.
Ci spieghi meglio, cosa stava succedendo in quel periodo?
C’era la rivolta dei Farrapos, la più grande guerra civile del Brasile durata dal 1835 al 1845. Garibaldi conobbe Anita a Laguna, Santa Catarina. Lei lasciò tutto per seguirlo insieme alla truppa dei Gauchos. Stavano puntando alla conquista del porto di San José do Norte perché avevano bisogno di uno sbocco al mare per la rivoluzione. Menotti nacque in una situazione di estremo disagio; pensate cosa significava partorire a quei tempi in un posto chiamato”la strada dell’inferno”. Questa è stata la storia delle sue origini, poi c’è quella successiva.
Si riferisce alla prima parte della vita di Anita.
Sì, poi ci sono stati molti altri avvenimenti. Ma questa è l’immagine che mi sta maggiormente a cuore e che la vede ritratta nella statua del Gianicolo a Roma con la pistola in pugno, sorreggendo il figlio neonato Menotti mentre cerca di sottrarsi alla cattura dalle truppe imperiali durante la Guerra dei Farrapos. Recentemente siamo stati lì e abbiamo immaginato la precarietà della situazione, pensate cosa vuol dire scappare con un neonato in una foresta e rimanerci per tempo. Una donna rivoluzionaria, una madre coraggiosa.
Poi il figlio Menotti Garibaldi rinsaldò i legami con l’Italia e fu un politico e un militare.
Esatto, in Italia ha dato dei frutti meravigliosi. Oltre alle imprese militari, Menotti fu deputato a Velletri dal 1876 al 1897 dove fondò la “Cantina sperimentale del vino di Velletri”. Fu un bonificatore della zona; nella vasta tenuta dell’Agro Romano (oggi Aprilia) divenne un apprezzato imprenditore agricolo e fece costruire nella frazione Carano Garibaldi, all’epoca nel comune di Velletri e dal 1936 in quello di Aprilia, la grande tomba di famiglia dove fu sepolto dopo la morte per malaria.
Come è avvenuto il gemellaggio tra Aprilia e Mostardas?
Ad Aprilia, nel 1996, fu firmato il gemellaggio dopo due visite scambiate tra le autorità delle rispettive città. Dopo la prima visita di Mostardas, alla fine dell’anno la delegazione di Aprilia ha raggiunto la città brasiliana. Un ricordo splendido, a distanza di tanti anni. E adesso la mia cittadinanza onoraria, una grandissima gioia.
Credo che questo legame in ricordo di Anita, una donna che ha segnato i tempi e di Menotti, un uomo che ha saputo avvicinare due mondi così vicini dal punto di vista culturale e storico, sia veramente speciale. Non dimentichiamo il grandissimo numero di italiani che compongono la popolazione brasiliana.
Esatto, inoltre Menotti è stato tra i fondatori della “Dante Alighieri”, la prestigiosa società nata per tutelare e diffondere la lingua e la cultura italiana nel mondo. Potremmo parlare a lungo…
Ne parleremo sicuramente alla prossima visita, quale sono i suoi impegni attuali?
Continuo a fare lezioni sulla storia di Anita, principalmente nel Grand Sul, perché sono stata coordinatrice e presidente della Commissione per i 200 anni di Anita. Abbiamo analizzato la sua figura sotto tutti gli aspetti ma abbiamo ancora molte cose da conoscere su di lei come moglie, come madre, come compagna, come guerriera, e anche su Menotti. Stiamo anche lavorando per gli scambi culturali sulla figura di Menotti. Dobbiamo mantenere questa relazione che abbiamo creato con Aprilia, rinsaldare questo legame perché tutti noi stiamo diventando più vecchi; chi si assumerà questo impegno in futuro?
Come possiamo aiutarla a mantenere viva la conoscenza e trasmettere la passione per il legame creato da queste figure importanti?
Dobbiamo mantenere queste relazioni con lo studio, l’organizzazione di seminari e coinvolgere la parte politica. Oltre ai viaggi, sono necessari interventi concreti. Nel mondo intero ci sono statue e monumenti che ricordano l’importanza di questi personaggi, la memoria va coltivata. Nel mio piccolo, è questo che faccio.
Crediamo che lo faccia in modo egregio, e i risultati lo confermano. La ringraziamo di cuore e raccogliamo le sue indicazioni con l’impegno di valorizzare il suo grande lavoro.
Elma Sant’Ana è geografa, laureata in ecologia umana e folklore. Studia il gaucho e la cultura popolare. Ha tenuto conferenze sulla storia e sul costume. Autrice di diciassette libri pubblicati nei settori della ricerca, del folklore, della storia, della biografia, della poesia tra i quali “Menotti – Il gaucho figlio di Anita e Garibaldi”, “Cartas dos Mucker”, “Le levatrici”. Ha ricevuto la Medaglia dai deputati Ivar Pavan e Francisco Appio.


