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Mondoreale > Blog > Attualità > REGIONE, il comunicato della Caritas del Lazio riguardo l’azzardopatia
Attualità

REGIONE, il comunicato della Caritas del Lazio riguardo l’azzardopatia

Ultimo aggiornamento: 1 Agosto 2022 14:19
Redazione Pubblicato 2 Agosto 2022
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Il Consiglio Regionale del Lazio, nella seduta del 27 luglio 2022, ha approvato un  subemendamento alla legge di Assestamento di Bilancio, che modifica le norme in materia di  contrasto al gioco d’azzardo. 

In particolare, il subemendamento proposto dalla Giunta Regionale va a stravolgere la Legge  regionale n. 5 del 2013 (“Disposizioni per la prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo  patologico”), così come modificata dalla norma del 21 febbraio 2020 della stessa maggioranza. 

Una misura illuminata, quella che venne approvata nove anni fa, per evidenziare la pericolosità  dell’industria dell’azzardo e della sua capillare diffusione nel territorio regionale, sia per le  patologie collegate, sia per le crescenti infiltrazioni della criminalità organizzata. 

Come Caritas del Lazio siamo stati interpellati dalla Regione sul tema, ma non possiamo non  rilevare che si poteva fare molto di più per un reale impegno di prevenzione e contrasto. 

Viceversa, con le nuove disposizioni, la distanza delle sale gioco dalle aree sensibili passa da  500 a 250 metri solo per gli esercizi di nuova apertura. Nessun limite di distanza, quindi, per gli  esercizi pubblici commerciali e le sale da gioco già esistenti alla data in vigore della nuova  disposizione, rispetto alle aree sensibili, quali istituti scolastici, centri anziani, strutture  residenziali o semiresidenziali sanitarie o socioassistenziali, luoghi di culto. Assente anche il  richiesto divieto di vendita in questi locali degli alcolici. 

Accogliendo le istanze dell’industria dell’azzardo, la Giunta del Lazio ha smentito quanto fatto  dalla stessa nel 2020, discostandosi anche dalle normative più recenti, quali quelle delle  Regioni Emilia-Romagna e Toscana. 

Le nuove norme introducono alcune prescrizioni condivisibili che avevamo suggerito e che  riguardano tutti gli esercenti, non solo quelli di nuova apertura, tra cui: la riduzione della  frequenza delle singole giocate a non meno di una giocata ogni 30 secondi; la separazione  netta tra lo spazio dedicato agli apparecchi da gioco e gli altri ambienti degli esercizi; una  pausa obbligatoria di 5 minuti ogni trenta minuti di gioco consecutivi; interdizione dal gioco ai  soggetti in stato di manifesta ubriachezza; riduzione delle fasce orarie di gioco, lasciando però  ai comuni la facoltà di deliberare in materia. 

Si tratta di misure pensate per contrastare il gioco d’azzardo patologico ma che, se non inserite  in un contesto più vasto, a partire dalla limitazione e regolamentazione dei punti di gioco  presenti in modo troppo capillare, non sortiranno gli effetti desiderati.

Abbiamo più volte sollecitato provvedimenti per creare quella rete regionale di servizi sanitari  per la cura della dipendenza da gioco d’azzardo che oggi, nei fatti, è puramente simbolica, e  per sostenere quelle famiglie che si ritrovano ad essere gravemente sovraindebitate a causa  della sofferenza di un proprio familiare. 

Nelle cinque province del Lazio – prima della pandemia – risultavano attive slot machine in ben  5700 pubblici esercizi, quali bar, tabaccherie, lavanderie, cartolerie. Quanto poi alle sale con  VLT – slot machine più aggressive – queste sono ben 378, quasi tutte (87%) con ampi spazi per  fumatori, dove consumare tabacco ininterrottamente. Gli orari di punta vanno dalle 23 all’una  del giorno dopo. Orari d’affari che l’emendamento continua a garantire con particolare e  sospetta generosità. 

Tutta la nuova manovra della Regione è indirizzata in favore di queste 378 sale con 6500  macchine ipertecnologiche, dove si somministrano drink alcolici e si fuma ininterrottamente. 

Da anni gli esperti chiedono che almeno sia evitata la somministrazione di alcolici e non sia  consentito di fumare: alcol e tabacco, insieme all’alta frequenza delle giocate, producono  scientemente la patologia dell’azzardo. 

Quanto al “saldo” complessivo, nello scorso anno, il 2021, sono stati giocati nel Lazio ben 11  miliardi e 568 milioni di euro (2.019 pro-capite), con profitti per le compagnie dell’azzardo per  839 milioni e 294 mila euro. Nessun altro settore produttivo può “sognare” simili risultati. 

Le Caritas del Lazio nelle prossime settimane faranno un appello ai Sindaci dei comuni delle  rispettive Diocesi chiedendo, per quanto concerne le loro competenze – in primis per gli orari  di apertura degli esercizi -, quelle misure che la Giunta regionale e il Consiglio regionale non  hanno avuto il coraggio di approvare.

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