La mozione di sfiducia votata nasce dalla necessità di ripristinare una necessaria condizione di equilibrio e garanzia istituzionale. E’ quanto ha sostenuto Antonio Scarsella, presidente del consiglio e tra i firmatari del documento che gli stessi sottoscrittori (7 in tutto, 6 dell’attuale maggioranza Damiano oltre ad Emanuele Agostini) hanno votato favorevolmente lunedì, chiudendo anticipatamente il mandato: “Come si è potuto vedere dalle liste presentate – ha spiegato Scarsella – e, come avevo da mesi annunciato, non mi sono ricandidato perché penso che sia giusto dare spazio alle nuove generazioni, un rinnovamento praticato e non solo evocato”. Lo stesso Scarsella ha ripercorso le tappe di questo ultimo anno e mezzo di governo, giustificando la decisione di non procedere all’approvazione della sfiducia nel febbraio 2018: “Se volevamo, lo avremmo sfiduciato approfittando delle vicende e dei dissidi personali con chi lo aveva eletto nel 2014. Alla fine del suo mandato è arrivato da solo, con un solo consigliere a sostegno e se non ci fossimo stati noi né il Bilancio né la programmazione di cui si vanta sarebbe stata mai approvata. Lui però ha deciso di rompere con chi lo ha sostenuto, con il consiglio, con tutti i candidati nella competizione amministrativa un patto fondamentale, quello del rispetto della neutralità amministrativa durante il periodo di voto. La sostituzione artificiosa della Caiola – conclude la nota – con una persona di fiducia e concorrente nella loro lista è un tentativo di condizionare in qualche modo il risultato elettorale”.




Devi effettuare l'accesso per postare un commento.