Crisi politica all’interno del Partito Democratico di Sezze, la compagine più numerosa tra la parte dei banchi del consiglio comunale che sostiene il sindaco Sergio Di Raimo? Sembra addirittura più grave del previsto. Dopo la “clamorosa” richiesta di Giovanni Bernasconi in consiglio comunale, rivolta al sindaco e relativa alle modifiche da apportare alla pianta organica dell’ente, alla macchina amministrativa in generale e alla necessità di azzerare la giunta, arriva un’altra posizione forte nei confronti del primo cittadino, sottoscritta dagli altri 4 consiglieri dem, il presidente della massima assise cittadina Enzo Eramo, il capogruppo Armando Uscimenti e le consigliere Marzia Di Pastina e Federica Fiorini: “Se è in corso un tentativo di portare nella palude della retorica politica la maggioranza in consiglio comunale, è necessario si sappia che non siamo disponibili. La politica per noi è risposta alla città e non posizionamento di potere. È un film, molto brutto, già visto in passato”. Chiarissimo il riferimento a quanto accadde nel corso della consiliatura Campoli, con la spaccatura all’interno del partito e l’Aventino messo in atto da alcuni degli esponenti di spicco, tra i quali lo stesso Di Raimo. Dal canto loro i consiglieri del Pd chiedono risposte alla comunità, confermando il loro impegno fatto di presenza e proposte in questi primi 700 giorni di governo Di Raimo. Chiaro anche il distacco rispetto a quanto di competenza del primo cittadino, sottolineato nella stessa nota: “Non abbiamo mai chiesto al sindaco riferimenti, ma abbiamo sempre posto obiettivi. A noi interessa Sezze e come possiamo renderla più vivibile, tenendo conto delle risorse economiche. Assessori, assegnazione delle deleghe, amministratore e consulente della Spl, NIV, solo per citarne alcune, sono scelte dal sindaco autonomamente effettuate e a lui spetta eventualmente modificare e motivare”. Fiducia imposta dalle leggi che regolamentano le funzioni e i ruoli, ma anche considerazioni negative sul giudizio generale: “Come abbiamo ribadito in consiglio – conclude la nota – serve accentuare e accelerare l’azione politica del fare: mutui, opere incompiute e un’idea di città sono priorità, coniugando tutto ciò con le risorse economiche e non con la demagogia”. Una posizione che lascia aperti molti scenari per la tenuta del governo Di Raimo che, dopo il silenzio con cui non ha dato seguito alle richieste avanzate in aula da Bernasconi, adesso dovrà necessariamente prendere una posizione univoca rispetto al resto del suo partito.




Devi effettuare l'accesso per postare un commento.